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5Oggi era tempo che Voi in Noi viveste
     Potess’io torvi alle funeree tombe!
     Oggi è quel dì che risonar fareste
     L’inclite cetre e le famose trombe.
Cadde l’alta Belgrado, e indarno accorse
     10Africa ed Asia, ella non ebbe scampo,
     E fu primo a cader chi la soccorse.
Quanto il vostro morir pianger si debbe!
     Se viveste or che pugna Eugenio in campo
     Voi quanta gloria, ei quante lodi avrebbe!

     15Ei quante lodi avrebbe,
          Ei di Tracia il terrore,
          Che tanto nome accrebbe
          All’Italo valore!
          Quante avrìa lodi il Santo
          20Pastor, che al Tebro impera!
          A lui si doni il vanto,
          A lui la Palma intera,
          Che il suo pianto, il suo zelo
          Fer sì gran forza al Cielo.
     25Tornasse pur fra noi
          1Polibo, onor dell’Arno,
          Degno cantor d’Eroi!
          Ma lo sospiro indarno.
          Tornasse, a noi tornasse
          30Giù pe ’l sentier del Sole
          2Erillo, e qui cantasse!
          Ma sù per l’alta mole

3

  1. Vincenzo Sen. da Filicaia.
  2. Alessandro Guidi
  3. Celebrandosi i Giuochi Olimplici, in memoria degli Arcadi illustri defunti, giunse l’avviso, ch’era stato disfatto l’Esercito Ottomano, e ricuperato Belgrado l’anno 1717.