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Ah s’ella vuol che eternamente viva
Suo nome, e Battro ne risuoni e Tile,
Ella sol di se stessa e canti, e scriva.
XXXV
Ah rio velen delle create cose,
Nimica di virtute e di fortuna,
T’è forza uscir dalla spelonca bruna,
Ove il terror del sacro Eroe t’ascose.
5Mira in qual’alto penitenza ei pose
Carro di gloria: e qual grave importuna
Serie di ceppi qui per te si aduna;
Mira, e le man ti mordi abbominose.
Cinta già il collo da servil catena,
10Fra i peggior mostri per tuo rio tormento,
Avvinta al cocchio trionfal ti mena.
E dei seguirlo a passo tardo e lento,
E fissar sempre in così orribil pena
Tutt’i tuoi cento livid’occhi, e cento.
XXXVI1
Nuovo al bel Tempio suo crescendo onore,
Cresce l’antico onor della divina
Immago, cui del Ciel l’alto favore
A noi mandò nella fatal ruina.
5Ma chi ritolse il Tempio a un fosco orrore?
Chi gli diè nuova fronte e a lui vicina
Fè sorger fonte onde viè più s’onore
L’alta Città delle città Reina?
E chi richiama da un oscuro fondo
10Le sepolte memorie? E chi ’l primiero
Splendor rende al bel Tero, e ’l fa giocondo?
Chi domò il Trace? chi porrà l’Ibero
E l’Istro in calma, e darà pace al mondo?
L’alta pietà del successor di Piero.
- ↑ Coronale per S. S. Papa Clemente XI.