Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/108

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Tu nel grave periglio, anima ardita,

o mi serba l’impero,
o non lasciarlo almen che con la vita.
Spirti feroci, all’armi!
AH’armi, invitto cor!
Forte virtú disarmi
il mio destin crudele,
il mio nemico amor.

SCENA XI

Claudio, Lucilla, seguiti dall’esercito, Lucio Vero.

Claudio. A chi rompe la fede e obblia le leggi

non sa Roma ubbidir. Lucio, deponi
quei che si mal sostieni
in sulla fronte imperiali allori.
Con le schiave regine
vanne piú sciolto indi a trattar gli amori.
Lucio Vero. Claudio, con men di fasto
al tuo cesare parla. Ancor tal sono,
e l’augusto diadema,
quel valor che mel diede,
mi sosterrá sino alla morte, (impugna la spada)
Claudio. In vano
cerchi scampo dal ferro; e tuo mal grado
lo scettro deporrai.
Su, romani! (tutti snudano la spada)
Lucio Vero. Deporlo
potrò sol con la vita.
Claudio. E morirai.
Lucilla. Sospendete, miei fidi,
i colpi e l’ire. Claudio,
vo’ che ancora una volta
m’oda l’ingrato. E tu, infedel, mi ascolta!