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SCENA XIII

BERENICE con ferro in mano.

Stimolata, agitata,

e da pene e da furie,
ove vado? ove sono? Il luogo è questo,
lo riconosco, è il luogo
del decreto fatai. Misero sposo,
quindi usci la tua morte:
era qui il fier tiranno,
qui l’infame ministro, io qui presente.
Chi m’invola le vittime? Sol dopo
l’esecrando misfatto
solitudini incontro?
Forse per l’altrui man son vendicata?
Giovi il saperlo e poi morir. Con questo
consolatore avviso,
ombra cara, adorata,
t’abbraccerò nel fortunato eliso.
Sulle sponde al pigro Lete,
ombra amante, t’abbraccerò.
A quell’alme illustri e liete
nell’amore e nella fede
forse vile non sembrerò.

SCENA XIV

Porto di Efeso ingombrato dalle navi romane.

Lucilla, Lucio Vero, Claudio, Niso, Romani e schiavi.

Lucilla. Cesare.
Lucio Vero. Augusta sposa.
Lucilla. Sicura esser poss’io della tua fede?