Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/148

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SCENA VIII

Albina.

Va pur. So le tue trame.

Ho in man la mia vendetta.
Sei perduto se parlo; e parlar deggio,
vilipesa e schernita.
Giulia il saprá. Ma qual trofeo, qual gloria
sará la mía, veder per altra colpa
spirar quell’empio core
che svenar deggio al mio tradito amore?
Non importa. Egli cada,
e se cade per me, mio n’è l’onore.
Sappia Giulia... che penso?
Io di Sallustia il padre esporre a morte?
Io far che si confonda
col sangue reo di un’ innocente il pianto?
No, con miglior consiglio
a Sallustia si sveli ’l reo disegno;
si consoli ’l suo duolo,
poi l’ira mia fará perir l’indegno.
Dell’infido a te si aspetta
la vendetta,
mia oltraggiata fedeltá.
Se tacendo or lo difendo
è furore, e sembra amore,
è fierezza, e par pietá.