Pagina:Zeno, Apostolo – Drammi scelti, 1929 – BEIC 1970951.djvu/215

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sciagura ho il sol conforto

che la rea donna è in vita e ch’ella è madre.
Eumeo. All’ombra di Telemaco poc’anzi
sotto il mio acciar quasi ella cadde estinta.
Ulisse. Non è, non è sua morte
ciò che chiede il mio sdegno.
11 mio figlio ella uccise.
Io vo’ ucciderle il suo; senta una madre
la vendetta d’un padre.
Eumeo. Andromaca si occulto il tiene a tutti...
Ulisse. Tutti ella inganni; io son l’accorto Ulisse.
Eumeo. E fin lo giura estinto.
Ulisse. Eh, ritrovarlo
saprò ancóra tra l’ombre de’ sepolcri.
Lasciami. In nome della Grecia a Pirro
chiederò la mia vittima. Col manto
del pubblico interesse
coprirò l’odio mio, tanto piú atroce,
quanto men conosciuto.
Eumeo. O Telemaco vivo o vendicato
chieggo al ciel, pria ch’io chiuda i giorni miei.
Ulisse. Questo far può il mio ingegno e quel gli dèi.
Eumeo. Quando ritornerai
alla fedel tua sposa,
dolente e lagrimosa
ti parlerá del figlio.
E quando le dirai
che il vendicasti morto,
un raggio di conforto
le brillerá sul ciglio.
(s’alzano le due ale del reai padiglione e n’esce Pirro con
le sue guardie)
A. Zh.NO, Drammi scelti. 14