Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/297

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(161-162) pensieri 269

ha azione, ec. ec. Oltre che, il soggetto delle prediche non ha il movimento l’azione la vita necessarie alla grande eloquenza, e perciò quella del pergamo, quando anche sia somma e perfetta, è tutt’altra eloquenza che l’antica, e forma (162) un genere a parte. Del resto, appena le repubbliche e la libertà si sono spente, le assemblee, le società, i tribunali, le corti non hanno mai sentito la vera eloquenza, non essendo uditorii capaci di suscitarla. E questo probabilmente è uno de’ motivi per cui la repubblica di Venezia non ha avuto mai eloquenza, perch’era una repubblica aristocratica e non democratica. Vedete quello che dice Cicerone nell’orazione pro Deiotaro, capo 2.


*   Racconta Diogene Laerzio, di Chilone Lacedemonio, il quale interrogato in che differissero i dotti dagl’indotti rispose: Nelle buone speranze (ἐλπίσιν ἀγαθαῖς). Io non so dire se avesse riguardo alle cose di questo mondo o di una vita avvenire. Certamente rispetto a quelle, oggidí avviene appunto il contrario. In che differisce l’ignorante dal savio? Nella speranza.


*   Lo scopo dell’incivilimento moderno doveva essere di ricondurci appresso a poco alla civiltà antica offuscata ed estinta dalla barbarie dei tempi di mezzo. Ma, quanto piú considereremo l’antica civiltà e la paragoneremo alla presente, tanto piú dovremo convenire ch’ella era quasi nel giusto punto e in quel mezzo tra i due eccessi, il quale solo poteva proccurare all’uomo in società una certa felicità. La barbarie de’ tempi bassi non era una rozzezza primitiva, ma una corruzione del buono, perciò dannosissima e funestissima. Lo scopo dell’incivilimento dovea esser di togliere la ruggine alla spada già bella, o accrescergli solamente un poco di lustro. Ma siamo andati tanto oltre, volendola raffinare e aguzzare, che siamo presso a romperla. E osservate che l’incivilimento ha con-