Pagina:Zibaldone di pensieri VI.djvu/161

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156 pensieri (3759-3760-3761)

sti ec.), o anche  (3760) in esso senso ec. Nosco però non restò tutto, né noo perí tutto, ma ne restò novi e notum ec., insomma una gran parte (dove non aveva luogo, o n’era stato scacciato, il cattivo suono), la quale supplí ai mancamenti e perdite sofferte dal derivato ec. Cosí di poo restò potus, epotus, potum, poturus ec., anche piú usati di potatus ec., e potus sum ec. (22 ottobre 1823). Vedi p. 3850.


*    Niente d’assoluto. Qual cosa par piú assoluta e generale, almen fra gli uomini, di quello che la corruzione sia nauseosa? Or le sorbe e le nespole, perocché nello stato che per loro è vera maturità e perfezione, per noi non son buone a mangiare; bensí nello stato che per loro è vera, non pur vecchiezza, ma morte e corruzione; perciò mézze e corrotte si mangiano. Lo schifoso è interamente relativo. La lumaca non fa schifo a se stessa. Non è schifoso a noi quello che in noi, o da noi uscito o prodotto ec. è schifoso agli altri. Il porco si diletta di ravvolgersi nel fango e lordure ec. E quanti uomini trattano e amano, e mangiano e gustano ec.  (3761) cose che agli altri (a tutti o a’ piú o ad alcuni, nella stessa nazione o in diverse) riescono schifosissime. La sorba, la nespola, secondo noi, è perfetta quando è corrotta, misurando noi la perfezione di queste, come d’infinite altre cose, dall’uso nostro ec. Ma chi non vede che questa perfezione è al tutto relativa? e relativa a noi soli anzi al solo uso del nostro palato e stomaco, ed in quanto la sorba è atta a divenirci una volta cibo, cosa a lei affatto accidentale ed estrinseca? E che la sorba non ne è perciò meno corrotta e degenerata? né, per se stessa e per sua natura, meno perfetta allorquando ec. e non in altro tempo ec. (23 ottobre 1823).


*    Si può applicare all’uomo in generale, avendo riguardo alle illusioni e al modo in che la natura ha