Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1157

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[p. 448 modifica] ma venne piuttosto, [p. 449 modifica]piuttosto, o nella massima parte, dagli scrittori o dal ripulimento della rozza lingua latina antica.


     Il concorso delle vocali suol essere accetto generalmente alle lingue (se non altro de’ popoli meridionali d’occidente) tanto piú, quanto elle sono piú vicine ai loro principii, ovvero ancora quanto sono piú antiche e quanto piú la loro formazione si dové a tempi vicini alla naturalezza de’ costumi e de’ gusti. Per lo piú vanno perdendo questa inclinazione col tempo e col ripulimento, e si considera come duro e sgradevole il concorso delle vocali che da principio s’aveva per fonte di dolcezza e di leggiadria. La lingua latina che noi conosciamo, cioè la lingua polita e formata e scritta, non ama il concorso delle vocali, perch’ella fu polita e formata e scritta in tempi appunto politi e civili e i piú lontani forse dell’antichità dalla prima naturalezza, nell’ultima epoca dell’antichità, presso una nazione già molto civile ec. Per lo contrario, la lingua greca, stabilita e formata e ridotta a perfette scritture in tempi antichissimi, gradí nelle scritture il concorso delle vocali, lo considerò come dolcezza e dilicatezza; e perciò la lingua greca che noi conosciamo e possiamo conoscere, cioè la scritta,