Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1483

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[p. 187 modifica] n’avaient pas, il s’en faut, nos petits scrupules minutieux sur ces répétitions des mêmes mots, surtout lorsque la différence de cas en mettait dans la terminaison, comme dans ce passage-ci, ou l’on voit magnae copiae après magnas copias. Parla di quel luogo (Sallustio, Bell. Catilinar. c. 59. al. 56). Sperabat propediem magnas copias se habiturum, si Romae socii incepta patravissent: interea servitia repudiabat, cuius initio ad eum magnae copiae concurrebant.

Non la maggior diligenza dunque, ma l’esser gli scrittori antichi piú vicini alle prime determinazioni de’ significati e formazioni delle parole, e il formarne essi stessi, non per lusso, che gli antichi non conoscevano, ma per bisogno o per utile, fanno ch’essi si riguardino e siano veri modelli della proprietà delle voci e dei modi. E infatti la diligenza che vien dall’arte, come pur la produce, è in ragione inversa dell’antichità. Ora la proprietà degli scrittori è in ragion diretta; e Plauto e Terenzio e gli altri antichi latini i piú rozzi sono