Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3030

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[p. 143 modifica] in piccolo; ma fra l’altre cose, in questa. Quando gli uomini avevano pur qualche mezzo di felicità o di minore infelicità ch’al presente, quando, perdendo la vita, perdevano pur qualche cosa, essi l’avventuravano spesso e facilmente e di buona voglia, non temevano, anzi cercavano i pericoli, non si spaventavano della morte, anzi l’affrontavano tutto dí o coi nemici o tra loro, e godevano sopra ogni cosa e stimavano il sommo bene, di morire gloriosamente. Ora il timor dei pericoli è tanto maggiore quanto maggiore è l’infelicità e il fastidio di cui la morte ci libererebbe, o se non altro, quanto è piú nullo quello che morendo abbiamo a perdere. E l’amor della vita e il timor della morte è cresciuto nel genere umano e cresce in ciascuna nazione secondo che la vita val meno. Il coraggio è tanto minore quanto minori beni egli avventura, e quanto meno ei dovrebbe costare. [p. 144 modifica]La morte che per gli antichi cosí attivi e di vita, se non altro, cosí piena, era talora il sommo bene, è stimata e chiamata piú comunemente il sommo male quanto la vita è piú misera. È ben