Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4098

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[p. 17 modifica] agramente rimproverato dai tedeschi e fra gli altri da Klopstock, decisamente vago delle cose straniere, e solito d’antepor gli stranieri ai suoi nell’affetto, nella inclinazione e nei fatti (1 giugno 1824).

*    Alla p. 4085. Qua si dee riferire il nostro elegante uso di aggiungere il pronome pleonastico nelle frasi indeterminate, coll’ottativo, come che che egli si voglia, comunque ciò si accada, per quanto egli si dica, non meno che me le sia servitore (Caro, lettera a nome del Guidiccioni, lettera 35), o neutri o attivi che sieno i verbi. Ne’ quali casi il pronome è sempre dativo [p. 18 modifica]ed accidentale al verbo, e s’inganna a partito chi sopra alcuno esempio sí fatto battezza quel tal verbo per neutro passivo, come par che voglia fare il Rabbi o il Bandiera ne’Sinonimi, voc. Affermare, dove allegando il Boccaccio, novella 19, quantunque tu te l’affermi (cioè per quanto tu te lo affermi, maniera indeterminata) e chiamandolo modo toscano, ne cava il verbo affermarselo, verbo nullo, perché in tale e simili frasi indeterminate tutti o quasi tutti i verbi attivi o neutri passivi possono ricevere questa forma e ricevonla elegantemente (sia ciò proprietà toscana o altrimenti), ma fuor di tali casi in niun modo si direbbe affermarselo o affermarsi, come io mi affermo che tu ec. o egli se lo afferma asseverantemente (1 giugno 1824); e il luogo del Boccaccio non prova che ciò si possa dire. Chi che si fosse, qual o qualche se ne fosse la cagione, qual si sia o qualsisia, non so chi si fosse che ec. non so