Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/4143

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[p. 67 modifica] sono come sono perché cosí debbono essere, stante la natura loro assoluta, o quella delle forze e dei principii (qualunque essi sieno) che le hanno prodotte. Se questa natura fosse stata diversa, se le cose dovessero essere altrimenti, altrimenti sarebbero, né però sarebbero men buone e men bene andrebbero (o vogliamo dir piú cattive e camminerebbero peggio) di quel che fanno ora che sono cosí come noi le veggiamo. Anzi allora questo che noi chiamiamo ordine e che ci pare artifizio mirabile, sarebbe (e, se noi lo potessimo concepire, ci parrebbe) disordine e inartifizio totale ed estremo. Niuno artifizio insomma è nella natura, perché la natura stessa è cagione che le cose vadan bene essendo ordinate in un tal modo piuttosto che in un altro, e questo modo non è necessario assolutamente all’andar bene, ma solo relativamente al tale e non altrimenti essere della natura, la quale, se altrimenti fosse, le cose non andrebbero bene, non potrebbero conservarsi ec., se non con altro modo ec. (Bologna, 8 ottobre 1825).


*    Εὐθὺς per primum. Epictet. Enchirid., cap. V.


*    Κτῆσαι οὖν (para, acquire, compara tibi), φησὶν, ἵνα καὶ ἡμεῖς ἒχωμεν. Epictet., Enchirid., cap. XXXI.


*    Κᾂν σὺν τούτοις ἐλθεῖν καθήκῃ, φέρε τὰ γινόμενα. E se con queste cose, cioè con tutto questo, ti conviene andare, [p. 68 modifica]porta in pace quel che ti accadrà, che te ne accade. Cosí il Bartoli nel Mogol: con essere per con tutto l’essere, non ostante l’essere. Italianismo di Epitteto, Enchiridio, cap. LII (Bologna, 9 ottobre, domenica, 1825). La stessa frase col senso medesimo si trova anche cap. XXXIX, fine.