Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/529

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[p. 44 modifica] e che sarebbe posseduta da noi, se quell’ostacolo non ce l’impedisse o per ora o per sempre. Ed anche l’idea del male assoluto, cioè indipendentemente dalla comparazione del bene, è forse maggiore in natura che nello stato di civiltà e di sapere.


*    Osservate ancora che dolor cupo e vivo sperimentavamo noi da fanciulli, terminato un divertimento, passata una giornata di festa ec. Ed è ben naturale che il dolore seguente dovesse corrispondere all’aspettativa, al giubilo precedente: e che il dolore della speranza delusa sia proporzionato alla misura di detta speranza, non dico alla misura del piacere provato [p. 45 modifica]realmente, perché infatti neanche i fanciulli provano mai soddisfazione nell’atto del piacere, non potendo nessun vivente esser soddisfatto se non da un piacere infinito, come ho detto altrove. Anzi, il nostro dolore, dopo tali circostanze, era inconsolabile, non tanto perché il piacere fosse passato, quanto perché non avea corrisposto alla speranza. Dal che seguiva talvolta una specie di rimorso o pentimento, come se non avessimo goduto