Per la storia della cultura italiana in Rumania/I. Primi contatti fra Italia e Rumania

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I. Primi contatti fra Italia e Romania

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Prefazione II. Pietro Metastasio e i poeti Văcărești
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Primi contatti fra Italia e Rumania

Appunti sulla lingua e la letteratura italiana
in Rumania nel secolo XVIIIº.


„Notizie e documenti quasi dimenticati o del tutto ignoti, che, mentre vendono giustizia alle glorie d’Italia antica, faranno rimprovero all’Italia moderna, se dimenticasse o non curasse gli esempi degli Avi, che il Nome italiano, come Socrate, diceva del Nome greco, fecero risonare tra le più remote genti per nome di magistero d’ogni civiltà, d’ogni dottrina, d’ogni arte bella.”


(Sebastiano Ciampi1, Dedicatoria a Carlo Amedeo Alberto di Savoja della sua Bibliografia critica delle antiche, reciproche corrispondenze dell’Italia colla Russia e la Polonia, Firenze, 1834).


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Indice

Note

  1. Sul Ciampi (1769 — 1817) e il suo insegnamento all’Università di Pisa cfr. F. Bugiani, Sebastiano Ciampi nello Studio pisano dal 1801 al 1817 in Boll. stor. pistoiese, VII (1905), 60 sgg. e Giuseppe Manacorda, Rassegna degli studi sull’antico insegnamento italiano in Giornale st. d. Lett. italiana, XI.IX (1907), 117, nota: „Se le chiamate di professori italiani all’estero nel’500 facevano onore all’Italia, ben tristi eran le partenze di professori perseguitati in altri tempi per ragioni religiose o politiche: Sebastiano Ciampi, p. es., nel periodo della restaurazione, inviso al governo perchè liberale e già ligio a Napoleone, seccato fors’anche un po’ dai pettegolezzi e dai fastidi che l’arcivescovo gli dava per certa sua serva, che faceva chiacchierar la gente, partì con questa nel 1817 per Varsavia, invitato ad insegnar greco in quella Università. A lui che, negli studi suoi su Cino da Pistoia e l’edizione di statuti senesi, prevenne in certo modo il metodo storico [una riprova ne abbiamo nella „Bibliografia” citata, che farebbe onore ai più illustri seguaci contemporanei di quel metodo] dettero per successore il poeta Bagnoli che di greco, pare, ne sapeva pochino. Ma era ligio al Granduca!” In Polonia non rimase che cinque anni, dal 1817 al 1822. Era nato a Firenze il 30 ottobre 1769. Vi morì (nella quiete di una sua villetta non lontana dalla città, in cui ebbe il piacere di poter trascorrer negli studi gli ultimi anni della vita) il 14 dicembre 1847.