Poesie (Campanella, 1938)/Poesie postume/III. I Canti del carcere/21. Sonetto al papa

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21. Sonetto al papa

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Sonetto al papa

Tu sei del sommo Iddio vicario in terra,
Clemente; e perché lasci il Campanella
da marrani e giudei, gente rubella
all’altissimo Sir, metter sotterra?
Non vedi congiurati a farli guerra
i nemici alla patria Italia bella,
ch’egli al valor antico rinovella,
dove il zelante suo parlar s’afferra?
Né contra Dio, né contra il re congiura
chi i ribaldi ministri suoi riprende,
né chi predice lor trista ventura.
Geremia e Michea via piú gli offende,
Brigida con Gioachin: pigli la cura
pria contra lor, chi contra quel pretende.