Poesie (Campanella, 1938)/Poesie postume/III. I Canti del carcere/28. A Francesco Gentile

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28. A Francesco Gentile

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[A Francesco Gentile]

Convenir troppo l’effetto e l’affetto
al tuo nome, o Gentil, ne fa gran fede
Amor, che in gentil cuor solo risiede,
che fatto ha tempio suo tuo gentil petto;
dove altamente il simulacro eretto
di Flerida, ch’ogni altra bella eccede
quant’ogni stella il sol, render si vede
la maggion lieta, e lieto l’architetto.
Ond’io m’inchino a lei, per lei ti priego
ch’a lei e a te e a noi gentil ti mostri,
il fatal pazzo Campanella aitando.
Dio ti guardi Flerida e dal suo niego:
apri il balcone; ond’ei, senno acquistando
dal su’ amor, canti con piú gloria i vostri.