Poesie (Campanella, 1938)/Poesie postume/IV. Rime amorose/22. Sonetto d'Orazio di G. a don G. d'A.

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22. Sonetto d'Orazio di G. a don G. d'A.

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Sonetto d’Orazio di G. a Don G. d’A.

— Gli occhi vostri... — diss’io; quivi perdei
la voce, ch’era a celebrarvi uscita,
quando bocca piú degna e piú gradita
replicò con stupor gli accenti miei.
Quasi volesse dir: — Sciocco, tu sei
bastante a rimirar luce infinita? —
Oltre passando poi, restò smarrita
l’anima in grembo a pinsier tristi e rei.
Allor, qual uom che teme ingiuria o danno,
nulla risposi; ond’or dubbie parole
mi dan continuo ed angoscioso affanno.
Ch’io volea dir: — Le luci ardenti e sole
di bei vostr’occhi, alma real, qui fanno
sereno giorno, or ch’è sparito il sole. —