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Prospetto biografico delle donne italiane/Prospetto biografico/Conclusione

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Conclusione

../Secolo XIX ../../Biografia delle donne italiane IncludiIntestazione 25 ottobre 2016 75% Da definire

Prospetto biografico - Secolo XIX Biografia delle donne italiane
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CONCLUSIONE

Ho in queste poche carte, o Lady, toccato ciò che a giustificazione delle Italiane donne erami dovere di esporvi.

Appoggiata ad esempj ed a fatti, ed all’autorità di autori dottissimi e per la più gran parte Inglesi, dissi di farvi constare, che le accuse d’immorale condotta, di non sentito operoso materno affetto, e di mancanza evidente d’istruzione non sussistono nella entità e nella misura da voi descritta; che se si verificano, in parte almeno, effetti sono di quella fralezza ch’è generale retaggio della misera umanità. Se non vado errata nei mio pensiero, parmi di aver tutto ciò a sufficienza provato, perchè dopo avervi esposto la sconvenienza e la insussistenza della prima accusa, che la maggior parte de’ figli nostri assegna a quella sfortunata classe che suolsi affidare ai pubblici ospizj degli esposti, incoraggiata dal narrare di Stern e di Kiekel, contrapponendo gli usi della vostra nazione a quelli della mia, e scortata dall’autorità di Colquhon, di Thomas, e d’Archenoltz, ricordando gli errori altrui senza mascherare i nostri, vi ho con evidenza [p. 61 modifica]provato, che noi, Italiane, non crediamo di essere di voi più ree; ma guardandovi con quella compassione, della quale noi stesse abbisogniamo, dobbiamo confortarci a vicenda a fine di pervenire quanto più si può a quella perfezione che sovente in vano è da noi desiderata.

L’Inglese medico Under Wood ed il Francese Fourcroy mi hanno somministrate armi bastantemente valide per comprovare a tutti, che certo non fummo noi più sorde delle donne Inglesi e delle Francesi alle voci della natura, la quale tutte ci vuole nudrici amorose de’ nostri fidi, locchè dalla lealtà de’ fatti esposti e degli usi nostri resta comprovato.

Vi ho finalmente esposti i motivi del contegno cautissimo delle Italiane verso gli stranieri, ed in succinto toccate le vicende letterarie della Italiane quali hanno influito sulla maggiore o minore istruzione del mio sesso. Nel registrare quanti più nomi di valenti donne mi fu dato di conoscere, nulla risparmiando per illustrarne la memoria, perverrò poi, io spero, col mio Prospetto biografico a provare, che il XVIII e XIX secolo la palma non cedono al felice secolo XVI; e confrontando gli scritti prodotti in quello di Leone dalle dotte mie connazionali con gli scritti di oggidì, vi convincerete essere del tutto insussistente, che le opere nostre manchino d’originalité d’esprit. [p. 62 modifica]

Potiamo forse deriderci, ma non abbominarci scambievolmente, scrisse un dotto Italiano parlando di popoli inciviliti; siami concesso l’aggiugnere: Potiamo a buon dritto guardarci attoniti scambievolmente, ma censurarci non mai! E qui dissimularvi non so, che io avrei potuto aggiugnere molte prove, e di gran peso, tratte fuora dai vostri stessi giornali, e bastanti pur troppo a persuadere, che una non interrotta serie di scandalosi fatti debba necessariamente indurre alla convinzione, che la morale condotta sia troppo spesso anche fra di voi negletta e sprezzata; ma quello spirito di moderazione ch’essere deve la prima norma del bene operare, a me ne intima severo divieto; chè non è il garrir basso o il maligno deridere che persuada la mente e commova il cuore, ma la semplice e candida verità. Questa verità, che vi è dimostrata da un labbro quanto leale altrettanto libero, vi piaccia di accogliere, o Lady, e poiché la educazione inglese vantare vi piace sovra ogni altra, non dimenticate, vi prego, l’utilissimo precetto di rispettare per essere rispettata. Voi dotta, Voi fornita d’energico dire, fate che cessino le amare rampogne e le ingiuste accuse che a danno di una nazione, madre di magnanimi eroi ed invincibili, sì spesso ed a torto si scagliano!

Non vi sia in fine aspro, o Lady, il ricordare agli stranieri che di noi giudicano con tanto ingiusta [p. 63 modifica]severità, che non avvi nazione la quale non si rechi a gloria il poter vantare d’avere avuto sulla bella Italia anche brevissimo il possesso, poiché sereno cielo, fertile suolo, ricchezza, scienza, tutto in se accoglie questa madre augusta; e lunghe guerre, e sommi danni fu forza di sostenere pei vicendevoli loro sforzi nel conquistarla. Ma vengano fra noi pacifici li viaggiatori, e del bel suolo che noi abitiamo l’amenità li ristori, purché invido non volgano lo sguardo a danno nostro. Vengano, ed il cuore di fratello e le solerti affettuose cure dell’amicizia troveranno fra’ nostri tetti. Se sincero sia il bacio di pace che a noi porgeranno, non più li sovverta il furore di nazionale gelosia, non la smania di satirizzare sferzando; non condannino gli uomini per classe, perchè sebbene alcuni difetti siano inerenti più ad una che ad altra tal classe, vi hanno nullameno in tutte uomini la cui virtù s’innalza gigante sul vizio che la circonda; e la virtù nobilita sempre ed abbellisce ogni anima. La religione santa che noi professiamo e la maestà de’ suoi riti non censurino; non osino di turbare il giusto o l’afflitto che a piè degli altari versa il suo cuore in seno a Dio; non ci eccitino alle rivolte per renderci poi vittime di una fatale credulità, ma tranquilli e docili agli studj nostri ci lascino attendere almeno, senza invidiarci quello splendore che sulle lettere e sulle scienze dagli Italiani si sparse in ogni secolo. [p. 64 modifica]

D’incarico si nobile, importante ed onorevole io voglio fregiarvi, o Lady, ferma nella credenza che non avrete a tradire le mie speranze. Siate giusta quanto siete erudita e gentile, ed otterrete la Italiana riconoscenza.