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Religion, tu l'unica

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Carlo Emanuele Muzzarelli

1828 Indice:Muzzarelli - Poesie sacre, Roma, Poggioli, 1828.pdf Inni Letteratura Alla religione Intestazione 13 marzo 2025 100% Da definire

Nacque il promesso ai popoli Coronata di cipresso
Questo testo fa parte della raccolta Poesie sacre


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ALLA RELIGIONE


INNO

I
Religïon, tu, l’unica
     Onde il mortal s’india.
     Del tuo favor soccorrimi
     M’apri del Ciel la via:
     Per te de’ Santi il Santo
     Miri, e l’eterno canto
     7Possa fruïr per te.
II
Non la usurpata clamide,
     Non il favor di plebe,
     Nè cento buoi, che rompano
     Le fecondate glebe
     Fanno il mortal bëato,
     Se, a’ tuoi favori ingrato,
     14Volga a le colpe il piè.

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III
Sorge improvviso il turbine
     In te l’uom fida e spera:
     Per te de’ morbi involasi
     La provocata schiera:
     E il sesso imbelle, e il forte
     Non mira più la morte
     21Compreso da terror.
IV
Quel che di rose infiorasi
     Non è il sentier del giusto;
     Di spine ingombro e triboli,
     È periglioso, e angusto
     È quel che a la virtude,
     O bella Dea, dischiude
     28L’onnipossente Amor.
V
Sdegnato Iddio, su gli uomini
     Volgea la sua vendetta,
     Punìa de l’acque l’impeto
     La stirpe maladetta;
     Sol non vedea l’estremo
     Giorno fatal Noemo,
     35Mentre la terra è un mar.

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VI
Stuol di pietose vergini
     Quanti sostenne affanni!
     I tormenti mancarono,
     Non già nuovi tiranni,
     Mentre quell’alme sante
     Correan del Divo Amante
     42Gli amplessi ad alternar.
VII
Che fora il viver, ultimo
     Bene, de’ mali il primo,
     Se l’incrëato Artefice
     Questo animato limo
     Non sollevasse ai giri,
     Ove non ha che aspiri
     49Chi prole sua non è.
VIII
Come è il venir terribile
     Del fato estremo a cui
     Non lice dir: non ultimo
     De’ tuoi seguaci io fui;
     Dal tuo di grazie trono
     La fonte del perdono
     56Schiudi, gran Dio, per me!

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IX
Nato a virtù, magnanimo
     Di cento schiere erede,
     Era un potente: vittima
     Del popol suo si vede;
     Nè piange, no, nè geme,
     Chè una söave speme
     63Gli disserrava il Ciel.
X
Come l’Agnel sul Golgota,
     E anco il suo dir ne suona,
     Sclamò, gran Dio, d’un popolo
     Al vaneggiar perdona:
     E la bell’alma intanto,
     De gli Angeli fra il canto
     70Lasciava il fragil vel.
XI
Religïon, cui diedemi
     Seguir pietoso Iddio,
     Cui da’ primi anni strinsemi
     La Patria ed il desìo,
     Me peregrino in terra
     Sostieni ne la guerra
     77Del vizio e de l’error.

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XII
E come or sciolgo un cantico
     Figlio del mio pensiero,
     Lo sciolga il dì, che scorrere
     Potrò le vie del vero,
     Dove immortal melode
     Canta di Dio la lode,
     84Dove più l’uom non muor.