Rime (Andreini)/Sonetto CXXXVI

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Sonetto CXXXVI

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SONETTO CXXXVI.


D
Opo l’ardor di dispietata guerra

Veggio fiorir la bella età de l’oro,
     E la fronte adornar di sacro alloro
     Di lui, che ’nvitto i più superbi atterra;
E di Marte, e di Morte andar sotterra
     Le pompe, e i fasti, onde i trionfi loro
     Non potran di Natura il bel tesoro
     Coprir, sì che non rida al fin la Terra.

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Così di Francia i generosi figli
     Nel sen d’amica pace fruiranno
     Il premio del magnanimo sudore.
Fioriran novi, e pellegrini Gigli,
     Gigli del Mondo honor, Gigli, c’havranno
     In Terra le radici, e ’n Ciel l’odore.