Rime (Angiolieri)/LXX - Un danaio, non che far cottardita

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LXX - Un danaio, non che far cottardita

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Cecco Angiolieri - Rime (XIII secolo)
LXX - Un danaio, non che far cottardita
LXIX - Or udite, signor, s’i’ ho ragione LXXI - Di tutte cose mi sento fornito

 
     Un danaio, non che far cottardita, 
avessi sol, tristo! ne la mia borsa: 
ch’e’ mi conven far di quelle de l’orsa, 
che per la fame si lecca le dita; 
     5e non avrò già tanto a la mia vita, 
o lasso me! ch’io ne faccia gran torsa, 
da poi che la ventura m’è sì scorsa, 
ch’andando per la via ogn’uom m’addita. 
     Or dunque, che vita sarà la mia, 
10se non di comperare una ritorta 
e d’appiccarmi sopresso una via, 
     e far tutte le morti ad una volta, 
ch’i’ ne fo ben cento milia la dia? 
Ma solo il gran peccato mi sconforta.