Rime (Michelangelo)/258. Quantunche sie che la beltà divina

Da Wikisource.
258. Quantunche sie che la beltà divina

../257. Perché sì tardi e perché non più spesso ../259. Ben può talor col mie 'rdente desio IncludiIntestazione 7 maggio 2009 75% Poesie

258. Quantunche sie che la beltà divina
257. Perché sì tardi e perché non più spesso 259. Ben può talor col mie 'rdente desio
[p. 122 modifica]

 
  Quantunche sie che la beltà divina
qui manifesti il tuo bel volto umano,
donna, il piacer lontano
m’è corto sì, che del tuo non mi parto,
c’a l’alma pellegrina5
gli è duro ogni altro sentiero erto o arto.
Ond’ il tempo comparto:
per gli occhi il giorno e per la notte il core,
senza intervallo alcun c’al cielo aspiri.
Sì ’l destinato parto10
mi ferm’al tuo splendore,
c’alzar non lassa i mie ardenti desiri,
s’altro non è che tiri
la mente al ciel per grazia o per mercede:
tardi ama il cor quel che l’occhio non vede.15