Rime (Vittorelli)/Odi/Ode 4

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Filosofia

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PER NOZZE. Così parla Imeneo alla Sorella della Sposa.
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PER NOZZE.

Così parla Imeneo alla Sorella della Sposa.


No, non bagnar di pianto
     La faccia dilicata,
     Or che la Suora amata
     Rivolge altrove il piè.

Convien che per seguirmi
     Ti lasci in abbandono;
     Ma un dio pietoso io sono,
     Fidati pur di me.

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Dopo i sofferti affanni,
     Dopo l’indugio amaro
     Al suo bel cor preparo
     La debita mercè.

Ecco di Paffie rose
     Io stesso la incorono.
     Un dio pietoso io sono;
     Fidati pur di me.

* * *


Quel che le vedi a manca,
     Florido come Aprile,
     È un Cavalier gentile
     Pieno d’amore e fe.

E già tra le sue braccia
     La chiudo e la imprigiono.
     Un dio pietoso io sono;
     Fidati pur di me.

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Ei co la dolce Sposa
     Move contento in fretta
     Al Mella, che lo aspetta,
     E che il natal gli diè.

Sin qua di mille viva
     Udrai l’allegro suono.
     Un dio pietoso io sono;
     Fidati pur di me.

* * *


Ma in queste soglie istesse
     Porrò di nuovo il piede,
     E co le accese tede
     Presenterommi a te,

Facendoti d’un chiaro
     Bel giovinetto il dono.
     Un dio pietoso io sono;
     Fidati pur di me.

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Dunque, o gentil Donzella,
     Rallegra il tuo sembiante,
     E pensa a quell’ istante,
     Che assai lontan non è.

Sappi ch’io dico il vero,
     Che ad arte non ragiono,
     Che un dio pietoso io sono,
     E fidati di me.

Note