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Rime varie (Alfieri, 1903)/CCXXXV. Sagacemente e con lepor dicea

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CCXXXV (1794). Sagacemente, e con lepor, dicea

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CCXXXV (1794). Sagacemente, e con lepor, dicea
CCXXXIV. E' mi par jeri e al terzo lustro or manca CCXXXVI. Candido toro in suo nitor pomposo

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CCXXXV (1794).

Sagacemente, e con lepor, dicea
D’Aristarco il severo acuto senno:
«Carmi non fo, perch’io de’ sommi ho idea;
«E quei ch’io far potrei, far non si denno.»

Io, tutto dì, men verecondo impenno
Rime, (non carmi) che importuna crea
Non so qual Possa in me, con fiero cenno
Costringendomi a far sua voglia rea.

Mio picciol senno, anch’ei, le sgrida: Taci,
Sfacciata. Scrivi; (ella m’impone in suono
Ben altro) scrivi, e a me primiera piaci.

D’ardenti affetti a te Ministra io sono,
Di furor sacro, e d’alti sensi audaci;
Senza cui la tua lima è steril dono.