Rime varie (Alfieri, 1912)/CXLII. Amore del poeta per ciò che ha scritto
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
CXLII. Amore del poeta per ciò che ha scritto
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CXLII.1
Amore del poeta per ciò che ha scritto.
Tosto ch’io giunga in solitaria riva,
Quanto a me si appresenta, o poggio, o piano,
O selva, o mormorío d’acque lontano,
4 Tutto a prova2 mi accende e vuol ch’io scriva.
Eppur, non sempre avvampa in fiamma viva
Del par la mente; onde avvien poi, che vano3
Spesso è il mio carme, e che fors’anco è insano
8 Quasi d’uom che abbajando in rime viva.
Muto, deh pur, come di lingua il sono,4
Foss’io di penna! o al buon Vulcan sapessi
11 Il neonàto Sonetto offrire in dono!5 —
Noi siam ben tutti appieno in ciò gli stessi;
L’ultimo parto, ci par sempre il buono;
14 Ma il precedente pure arder non dessi.6
Note
- ↑ La mossa di questo son., ideato dall’A. il 29 marzo 1789, mentre cavalcava nella selva di Meudon, può ritrovarsi nelle parole di Ovidio (Metam., IV, 13): «Ille mihi dubitanti scribere dicit: Scribe», o in quelle del Petrarca (Rime, XCIII):
- Piú volte Amor m’avea già detto; Scrivi,
- Scrivi quel che vedesti in lettre d’oro....
- ↑ 4. A prova, a gara; quando l’A., assai giovane e ignaro dell’arte, fu a Genova, lo spettacolo di ciò che gli si presentava all’occhio gli riscaldava la fantasia e, «se avesse allora saputo una qualche lingua, e avesse avuti dei poeti per le mani, avrebbe certamente fatto dei versi». (Aut., II, 10°).
- ↑ 6. Vano, senza effetto, inutile.
- ↑ 9. «Taciturno e placido per lo piú; ma alle volte loquacissimo e vivacissimo» (Aut., I, 4°), e in un son.:
Tutte no, ma le molte ore del giorno
Star solo io bramo... - ↑ 10-11. I Latini dicevano: Vulcano credere.
- ↑ 14. Dessi, si deve.