Rime varie (Alfieri, 1912)/CXLIV e CXLV. Parigi sbastigliato
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Vittorio Alfieri - Rime varie (1776-1799)
CXLIV e CXLV. Parigi sbastigliato
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CXLIV e CXLV.1
Parigi sbastigliato.
Populum meum exactores sui spoliaverunt, et mulieres dominatæ sunt eis. |
Isaia, cap. III, verso 12. |
Indice
Note
- ↑ Abbiamo veduto nel Capitolo ad Andrea Chénier come l’A. salutasse con gioia i primi albóri della Rivoluzione francese, non prevedendo, forse, quale sarebbe stato il corso degli avvenimenti e pensando che quella a cui egli assisteva fosse la fine e non già l’inizio del piú grande dramma della storia moderna. Allorché il popolo, fatto cosciente de’ suoi diritti, mosse, il 14 luglio 1789, alla distruzione di quella Bastiglia che era come il truce simbolo della tirannia feudale, l’A. danzò, scrive Gaetano Polidori (in Varietà stor. e lett. di Aless. d’Ancona, art. cit.) sui ruderi della fortezza smantellata, e dal 17 al 21 luglio scrisse la surriferita canzone. La quale, se non ha grandi pregi di forma e spesso procede stentata e contorta, è pur notevole nella storia della poesia italiana, notevolissima per chi vuol rendersi conto delle variazioni alle quali andò, nel corso della sua vita, soggetto il pensiero del nostro poeta. Anzi, per meglio vedere quale enorme divario passi tra l’A. del 1789 e l’A. degli ultimi anni, possono utilmente leggersi quelle pagine del Misogallo, ove vengono narrati i fatti stessi a cui si accenna in quest’ode, e nelle quali vengono gratificati coi nomi di «canaglia, gente degna di frusta e di forca» quei medesimi che nelle strofe di quest’ode vengono esaltati come «di poema dignissimi e d’istoria». L’ode su Parigi sbastigliato (cosí scrive sempre l’A.) vide la prima volta la luce nel 1789, a Parigi, con i caratteri del Didot in un sol volume col Panegirico di Plinio a Traiano, la cui ristampa giungeva opportuna in quel memorabile anno.