Rivista di Cavalleria - Volume I/V/Il passato, il presente e l'avvenire del cavallo italiano in rapporto al servizio militare II

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Il passato, il presente e l’avvenire del cavallo italiano in rapporto al servizio militare (II parte)

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Il passato, il presente e l’avvenire del cavallo italiano in rapporto al servizio militare (II parte)
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II CONFERENZA.


Razze, varietà e tipi dei cavalli al presente.


Prima di entrare nella monografia delle razze, varietà e tipi cavallini, sarà bene intenderci chiaramente sul significato zootecnico di alcuni termini tecnici.

Razza. — La parola razza viene usata in ippotecnica per indicare un numero d’individui della stessa specie che hanno comuni alcune variazioni costanti e trasmissibili ai discendenti, ossia un complesso di animali capaci di riprodursi indefinitamente con fissità di caratteri zoologici.

Alcuni la usano per definire una varietà che ha acquistato la potenza ereditaria dei suoi caratteri.

Varietà è il complesso di animali della stessa razza, che sono dotati di caratteri acquisiti dall’ambiente.

Valendosi di varietà individuali si possono creare delle razze, poichè basta destinare alla riproduzione la varietà che si vuol conservare, o servirsene per l’incrociamento.

Taluno considera la razza come altrettante specie e cioè rende sinonimi i vocaboli specie e razza.

Così la specie è il complesso degli animali che godono la facoltà di perpetuare il loro tipo con la riproduzione. E cioè vi sono tante razze quante sono le specie e logicamente, [p. 514 modifica]identificando la specie con la razza, si dovrebbe dire che essendovi una sola specie di cavalli, vi è una sola razza di cavalli.

Da ciò si vede la discrepanza di opinioni che esiste nel definire la razza.

Tipo indica l’impressione sintetica dei caratteri esterni dominanti di un gruppo di animali, ossia indica la costruzione architettonica individuale.

Così si hanno tipi di razza, e tipi di varietà; ma non si devono confondere con la razza e con la varietà, sebbene nel linguaggio comune ed improprio si faccia razza sinonimo di varietà, e tipo sinonimo d’entrambe.

Come attributo della razza si devono considerare i caratteri zoologici, ossia la forma del cranio e della spina vertebrale, i quali attraverso le generazioni si conservarono costanti: tutti gli sforzi fatti non riuscirono a modificarli.

Ciò dimostra che le condizioni d’esistenza, durante i tempi storici, non sono ancora cangiate; ma alcune migliaia di anni sono quantità trascurabili di fronte alla durata dei periodi geologici, per cui modificandosi l’ambiente si possono verificare le variazioni dei caratteri zoologici.

Difatti noi siamo sicuri che il tipo primitivo, ossia il prototipo cavallino è derivato da un preequide, da cui si formarono le razze moderne.

Tutte le variazioni, che possono avvenire, riguardano in modo speciale i caratteri zootecnici, ossia il colore, la statura, la conformazione esterna, lo sviluppo di alcune parti, e lo sviluppo di alcune attitudini fisiologiche.

Secondo la teoria dell’evoluzione, le specie considerate finora come distinte, non sono che forme collaterali dovute alla trasformazione del tipo primitivo.

La scienza non ha bisogno di sapere se le specie sono state create, oppure sono derivate le une dalle altre; come pure poco importa di conoscere se la legge biologica, che presiede all’evoluzione, è dovuta ad un’intelligenza creatrice, od è la conseguenza delle variazioni naturali secondo la teoria Darwiniana, [p. 515 modifica]sebbene gli studi positivi della paleontologia facciano aumentare il numero degli evoluzionisti.

Ciò che è essenziale è il fatto osservabile, che il germe è sempre capace di attirare a sè il materiale necessario allo sviluppo dell’essere novello, secondo un tipo costante.

Quindi si può chiamare razza una collettività di uno o più caratteri ereditari, distinta col nome del luogo dove avvenne la variazione che acquistò la fissità.

Così si hanno le razze primitive o primarie e le razze dì transazione o secondarie, ossia razze prime e seconde.

Quando si dice che un cavallo è della tal razza, s’intende che è riconoscìbile da caratteri puri e determinati; e quando si dice che un produttore razza bene, s’intende dire che genera figli che possiedono i veri caratteri della sua razza.

Razze Italiane primitive. — Le razze cavalline primitive, da cui derivarono le razze italiane, sono essenzialmente quattro, e cioè:

La razza Asiatica, l’Africana, la Belga e la Germanica.

I caratteri essenziali delle razze, si ricavano dalle misure del cranio e della spina vertebrale, per mezzo di strumenti speciali, che fanno parte della craniologia o cranioscopia.

Le forme della cavità craniana sono riferibili a due tipi naturali, detti da Retzius: brachicefalo e dolicocefalo.

Il tipo brachicefalo è quello a cranio corto, in cui il diametro trasversale, misurato fra la base delle due orecchie e proprio fra i due meati uditivi, è maggiore del diametro longitudinale, misurato fra la base dell’orecchio e l’angolo esterno dell’occhio corrispondente.

Il tipo dolicocefalo è quello a cranio allungato, in cui il diametro longitudinale prevale sul trasversale.

Il tipo mesaticefalo è un tipo intermedio dovuto all’incrocio dei due tipi naturali, in cui l’indice cefalico è 100, essendo i due diametri uguali fra di loro.

Nell’osservare le ossa della faccia si deve considerare che non esistono neppure due varietà dello stesso tipo cefalico, che [p. 516 modifica]abbiano eguali le forme dei frontali, dei nasali e la stessa direzione degli incisivi.

Così le forme del cranio e della faccia considerate osso per osso, hanno caratteri poco o nulla differenti, ma la combinazione di tutte queste forme dà origine ad un tipo craniologico specifico, facilmente riconoscibile dall’occhio pratico.

Però lo studio dei tipi cefalici non è sufficiente per distinguere le varie razze cavalline; ma per abbracciare tutte le forme tipiche della costruzione equina fa duopo tener calcolo delle differenze individuali, che si trovano nella stessa razza, in cui la costruzione e la funzione degli organi sono in correlazione fra di loro.

La tipologia distingue tre tipi di conformazione negli equini:

1° Il tipo brachimorfo, detto tipo motore a intensità di contrazione, in cui le sue linee sono più brevi (brevilineo) di quelle del prototipo.
2° Il tipo dolicomorfo, o tipo motore a estensione di contrazione, in cui le sue linee sono più lunghe (longilineo) di quelle del prototipo.
3° Il tipo mesomorfo, o tipo motore a rapida e forte contrazione, in cui le sue linee sono una media normale (mediolineo) del prototipo.

Da ogni razza primitiva si formarono i due tipi principali e cioè: il tipo longilineo, o motore a estensione di contrazione (dolicomorfo) ed il tipo brevilineo, o motore a intensità di contrazione (brachimorfo).

Razza Asiatica, Ariana od Orientale. — La razza Asiatica, Ariana od Orientale, appartiene al tipo cefalico brachicefalo (cranio corto) ed al tipo zootecnico mesomorfo (mediolineo), ossia a rapida e forte contrazione, o tipo primitivo.

Il cavallo Orientale è originario dell’altipiano centrale dell’Asia, dove il clima e l’alimentazione si sono conservati costanti dai tempi più remoti fino al presente e dove gli esercizi ai quali viene sottoposto il cavallo, sono gli stessi che eseguisce dai tempi primitivi.

Caratteri zoologici. I suoi caratteri principali zoologici sono: [p. 517 modifica]

«Frontali larghi e piatti (testa quadrata), nasali dritti, piegati ad angolo retto lateralmente in corrispondenza alla loro unione coi lagrimali e mascellari, e formanti un angolo acuto per mezzo della parte libera con gl’incisivi, orbite grandi ed arcate orbitarie salientissime.

«Profilo rettilineo, faccia triangolare a base larga circoscritta da linee nette. Formola vertebrale: 7 cervicali, 18 dorsali, 6 lombari, 5 sacrali saldate, numero vario di coccigee.

«Le apofisi traverse delle lombari, crescono regolarmente in lunghezza fino alla quarta e sono larghe, sottili, nettamente separate; quelle della prima sono dirette obliquamente indietro, quelle della quinta e della sesta, progressivamente decrescenti, sono oblique in avanti, più grosse e contigue col mezzo di larghe faccette articolari ai loro bordi.

«Caratteri zootecnici. Questa razza ha la taglia massima di 1,50, la media di 1,40 a 1,45, mantello predominante il grigio con tutte le sue gradazioni, corpo svelto, elegante e vigoroso, chioma fina e lunga, membra piccole, stinchi cilindrici, zoccoli solidi.

La razza asiatica od Ariana è molto estesa in ogni clima, e mentre fornisce ancora la cavalcatura ai popoli primitivi, essa alimenta il lusso della civiltà e viene impiegata al miglioramento delle altre razze cavalline.

Razza Araba. — La razza araba deriva direttamente dalla razza asiatica, e cioè una varietà di questa che ha acquistato fissità di caratteri e riunisce tutte le bellezze e le buone qualità dell’orientale.

Caratteri zootecnici. Il cavallo arabo ha la testa quadrata, le narici larghe e dilatate, l’occhio a fior di testa, sguardo vivace, ma dolce, orecchie mobilissime, collo di cervo, anche lunghe e forti, membra fine, garretti larghi, piedi piccoli e coda a tromba, ha la statura di m. 1,45 a m. 1,55.

Gli arabi dicono che un cavallo di razza deve avere:

Quattro cose larghe — Fronte, petto, groppa, garretti.

Quattro cose lunghe — Collo, ventre, anche, gambe.

Quattro cose corte — Reni, orecchie, pastorali, coda. [p. 518 modifica]

Il cavallo arabo vive in media anni 21. Ciò si ricava da un proverbio che riguarda il suo uso in Oriente e cioè: Sette anni per mio fratello, sette anni per me e sette anni pel mio nemico. Dunque il cavallo arabo è maggiormente apprezzato dagli anni sette ai quattordici, come del resto si ritiene per ogni cavallo anche da noi in Europa.

Una leggenda attribuisce al cavallo un’origine favolosa, e dicasi che Allah quando volle creare il cavallo, comandò al vento del sud di divenire materia e con un pugno di quel vento che prima era impalpabile, produsse il cavallo. Da ciò nacque il precetto del Corano, che comanda l’amore del cavallo come creatura d’Allah.

Le famiglie più stimate di cavalli si credono discendenti dalle cavalle di Maometto e sono detti cavalli del Profeta.

Gli arabi considerano il cavallo quale la creatura più eminente, dopo l’uomo, e reputano la più bella occupazione dell’uomo il suo allevamento, l’azione più meritoria quella di dargli da mangiare e la più gradevole delizia il cavalcarlo.

Il cavallo arabo appena nato diviene tosto oggetto di cure assidue ed affettuose. Esso fa parte integrale della famiglia del Beduino e vive sotto la medesima tenda, giocando coi bambini senza pericoli. Da puledro viene montato da un fanciullo e giornalmente allenato a lunghi percorsi a celere andatura. Quando l’arabo vuol provare il puledro, che sta allevando, lo sottopone ad una corsa di resistenza nel deserto, nella direzione d’un fiume. A dorso nudo lo spinge di carriera per parecchi chilometri, passa il fiume a nuoto e giunto all’altra sponda, se il puledro dà segni d’impazienza sbuffando, anelante di correre ancora, il suo avvenire sarà buono e sarà un degno discendente di razza; ma se appena uscito dall’onda si mostra sfinito, ansante per la fatica, viene tosto giudicato indegno di vivere e viene scannato sulla riva e la sua carne distribuita ai membri della famiglia pel loro nutrimento.

In forza di tale rigorosa selezione gli arabi possiedono i migliori cavalli del mondo pel servizio da sella, di cui tengono il registro per la loro genealogia. Essi sono gelosissimi delle buone [p. 519 modifica]qualità dei loro cavalli, tanto che ne fanno questione d’onore personale.

Sì racconta di un arabo possessore di un cavallo considerato il più veloce della tribù. Un potente Capo lo volle comprare; ma l’arabo ostinato, per nessun prezzo non lo volle vendere, allora il Capo decise di rubarglielo. A tale scopo scelse una notte oscura e penetrò fino alla tenda dell’arabo e rubò il cavallo.

Inforcato il famoso corridore, svegliati, gli disse, che il tuo cavallo è mio. L’arabo balzò sul cavallo di suo fratello, che si trovava nella tenda prossima alla sua e tanto spronò, che dopo breve tratto stava per raggiungere il ladro; ma se raggiungeva il suo cavallo lo screditava, e cedendo ad impulso irresistibile gridò al rapitore: «dagli una spronata e pizzicagli l’orecchio e l’onore del mio cavallo sarà salvo». Così fece l’altro e sparì.

I cavalli arabi si distinguono a secondo della loro genealogia.

Il puro sangue o discendente dalle cavalle del Profeta o dalla razza Salomone o nobile è detto Koheilan od Assil. Esso viene allevato esclusivamente nelle razze private dei capi tribù e specialmente nella pianura di Nedijed in numero limitato e non è giammai venduto a forestieri. Dunque il puro sangue non è mai giunto in Europa non solo, ma pochi sono gli europei che possano dire d’averlo veduto, perchè i pochi esemplari talora inviati come regali, sono di qualità inferiore, essendo il puro sangue considerato come cosa sacra, a cui l’islamita professa un culto profondo e che non vende a chicchessia.

Si racconta di un viaggiatore che pur d’avere un puro sangue pel suo Sovrano, offrì ad un mussulmano una somma favolosa e gli disse: «Dammi il tuo cavallo ed io ti riempirò d’oro il sacchetto dell’orzo»; ma questi rispose: «Raddoppia pure» — Ed io raddoppio — Raddoppia ancora — Raddoppio sempre — dammi il tuo cavallo. Allora il mussulmano, temendo la seduzione dell’oro fuggi di carriera e non lo vendette.

I cavalli arabi che si acquistano per le razze d’Europa si comprano dagli arabi nomadi e specialmente dalla tribù di Anazeh presso la Siria e la Palestina; ma sono di seconda categoria, sebbene sieno ammirevoli per le loro forme, talora di poco [p. 520 modifica]inferiori ai cavalli Nedijed, ma sono di mezzo sangue o razza dubbia, conosciuti col nome di Scielet.

Molti cavalli arabi che vengono importati come di provenienza pura sono i Kedisce o cavalli ordinari, privi d’ogni facoltà miglioratrice come riproduttori.

Il cavallo arabo è il più potente miglioratore della produzione equina; ma deve essere di razza pura e non un meticcio già modificato e povero di potenze ereditarie ataviche, come diremo meglio quando tratteremo della riproduzione degli equini.

Cavallo Persiano. — Il cavallo Persiano è molto simile all’arabo, anzi per bellezza delle forme è ritenuto il più bel cavallo del mondo, mentre il cavallo arabo è ritenuto il più buon cavallo del mondo.

Le lievi differenze di forma consistono nella statura più elevata che il cavallo Persiano ha in confronto al cavallo arabo; ma ha il petto meno ampio, il collo più elevato, la testa un po’ più allungata e stretta, gli arti più lunghi e cammina garziero, ossia porta la testa molto alta ed ha un guidalesco che torreggia sul tronco, come si esprimono gli orientali nel loro linguaggio enfatico.

Anche in Persia, come in Arabia, non vi sono molti cavalli di razza pura o nobile. La razza di Shah, al Sud del mar Caspio, possiede cavalli tipici, ma ne ha molti ordinari, sebbene buoni cavalli. Al Nord Est della Persia vi sono eccellenti cavalli prodotti d’incrocio degli indigeni con cavalli Arabi e Persiani.

Cavallo Siriaco. — Il cavallo della Siria somiglia moltissimo al cavallo puro sangue arabo, specialmente quello proveniente dalla tribù degli Anazeh, ed a buon diritto è considerato in Europa atto al miglioramento cavallino; ma vi sono anche i cavalli comuni o Beghiri, che spesso vengono importati come tipi miglioratori in Europa e sono la causa del discredito che talora soffre il sangue orientale come riproduttore.

Razza Inglese. — La razza inglese è una varietà dell’orientale che ha la potenza di trasmettere il suo tipo acquisito di motore a estensione di contrazione (tipo dolicomorfo o longilineo). [p. 521 modifica]

La razza inglese detta puro sangue per antonomasia è la dimostrazione più evidente di quello che è capace la selezione zootecnica e la ginnastica funzionale nella creazione di nuove varietà a fissità di caratteri.

Come tutti sanno il galoppo di corsa consiste in una rapida successione dì slanci in due tempi. Questa ginnastica nei puledri sì è esercitata sugli organi della locomozione, della respirazione e della circolazione.

Gli arti si sono allungati; ma gli anteriori a vantaggio del metacarpo, condizione favorevole alla velocità, perchè ad ogni passo coprono uno spazio maggiore. Gli arti posteriori si sono allungati a vantaggio della tibia e del femore, ciò è duvuto alla maggior funzione che essi compiono nella propulsione, per cui i femori divengono meno obbliqui, e la groppa si eleva per l’allungamento delle coscie. La taglia del puro sangue sale in media a 1,60, mentre quella del cavallo arabo che dette origine alla razza rimane a 1,55 come massimo.

Lo spessore dell’osso principale dello stinco è aumentato. L’osso pastorale ha acquistato una lunghezza uniforme in proporzione alla lunghezza dell’osso dello stinco, mentre in altre razze varia da 1:2,12 a 1:3,15. L’osso della corona o seconda falange è molto più largo, come sono più ampie tutte le superficie articolari. Lo stesso fatto si osserva nelle eminenze ossee su cui s’inseriscono i muscoli. Tutto ciò si spiega con la maggior ampiezza dei movimenti nelle grandi andature.

L’articolazione scapolo-omerale è più ampia e più profonda. Il bacino si è allungato nel senso antero-posteriore. Le tuberosità dell’ileo (anca) e dell’ischion (natica) si sono molto sviluppate per l’inserzione di robustissimi muscoli; e la cavità articolare in cui si muove la testa del femore diviene più ampia e più profonda. Tutte queste modificazioni sono favorevoli alle celeri andature e furono prodotte dalla ginnastica funzionale graduale.

La capacità toracica si è accresciuta per l’aumento del diametro verticale del torace, dovuto alla minore incurvatura delle prime nove costole o costole sternali, causa dell’abbassamento della parte posteriore dello sterno. [p. 522 modifica]

Le costole asternali si sono molto arcuate e produssero un aumento del diametro antero-posteriore ed una tensione del diaframma, quindi maggiore espansione dei polmoni ed una respirazione più attiva.

Il cuore è più voluminoso, la rete vascolare periferica è maggiore, quindi è più rapida la corrente sanguigna, più pronta l’eliminazione dei prodotti del lavoro muscolare e nervoso, e più sollecita la dispersione del calore sviluppato in eccesso durante la corsa.

Caratteri del puro sangue. Il puro sangue inglese ha la testa leggera, fronte piatta, orbite salienti, occhi vivaci, profilo diritto, narici dilatate, guancia asciutta, gola larga, orecchie piccole, incollatura graziosa, criniera fina, rada e corta, pelle del corpo molle e fine, coperta di peli corti e lucenti, sistema vascolare molto apparente, arti asciutti coi tendini distaccati, gli zoccoli piccoli ma armonici, coda portata in alto, grossa e forte alla base, sottile all’estremità coperta di crini morbidissimi.

Storia della formazione della razza inglese. Sulla formazione della razza p. s. si hanno le più esatte e particolareggiate notizie in una moltitudine di scritti, di cui ci serviremo per far conoscere la storia di questa famosa razza.

In questa storia vi figura una continua introduzione di sangue orientale, non che alcuni cavalli italiani e precisamente alcune cavalle del Duca di Ferrara e del Marchese di Mantova regalate a Re Enrico VIII. Si racconta di un celebre cavallo mantovano di cui fu offerto al Marchese una somma in argento, che avrebbe dovuto corrispondere al peso del cavallo; somma che il Marchese rifiutò preferendo di regalare lo stallone al Re Enrico VIII.

È generalmente ritenuto che il primo stallone orientale introdotto in Inghilterra sia stato il Turco bianco (The White-Turck) acquistato dal Re Giacomo I; ma il libro genealogico o Stud-book non cominciò a funzionare che molto più tardi e cioè dopo che furono introdotti Darley-Arabian, Byerley-Turck e Godolphin-Arabian, stalloni orientali elettissimi, a cui si suole attribuire il merito di aver creata la razza inglese.

Ormai è provato che prima dei tre famosi stalloni orientali [p. 523 modifica]la produzione inglese era già molto progredita verso le forme del cavallo asiatico, mercè l’importazione di sangue orientale e di due secoli di progressiva selezione e d’incrociamento della razza indigena.

Sebbene non siano esattissime le indicazioni storiche delle importazioni di cavalli orientali in Inghilterra, tuttavia si trova che prima della loro influenza grandissima esercitata sulla razza p. s. i. già erano stati importati non meno di duecentoquindici riproduttori arabi, turchi o barberi che prepararono un terreno propizio alla meravigliosa opera di perfezionamento dei tre stalloni creduti i capostipiti della razza inglese.

I tre primi veri capostipiti della razza inglese, coi quali incomincia la registrazione del puro sangue nello Stud-book, sono i cavalli Eclisse, Herod e Matchen, la di cui genealogia è ricca di molte altre correnti di sangue orientale, oltre a quelle dei tre stalloni famosi.

Eclisse. Nato il 5 aprile 1764 nella razza di Cumberland, durante un’eclisse di sole, fu un cavallo straordinario, perfetto di forme, corridore invincibile. Morì nel 1789 nell’età di 26 anni. Il suo scheletro si conserva nel museo di Oxford.

Il suo albero genealogico (pedigree) in linea paterna risale fino a Darley-Arabian. In linea materna fino a Godolphin, passando per cinque generazioni attraverso a sangue orientale purissimo.

Matchen. Celebre corridore, discendente in linea paterna da Godolphin Arabian, ed in linea materna da Byerley-Turck, attraversando molte correnti di sangue orientale. Nacque nel 1748.

Herod. Altro celebre corridore discendente in linea paterna da Byerley-Turck ed in linea materna da Darley-Arabian, attraversando egli pure molte correnti di sangue puro orientale. Nacque nel 1758.

Gli alberi geneologici di questi veri fondatori della razza inglese meriterebbero di essere riportati per intiero, ma non occorre per convincersi che da soli non avrebbero potuto creare una razza di tanta importanza, senza il concorso per lungo tempo, dell’incrocio progressivo, del meticciamento e della selezione; [p. 524 modifica]non che della ginnastica funzionale, di cui ci riserbiamo di parlare più ampiamente.

Il puro sangue inglese è il migliore cavallo da ippodromo, ma per le corse di velocità a brevi distanze. Difetti l’andatura di questo cavallo è un galoppo allungatissimo, che ad ogni slancio copre uno spazio estesissimo, ma la successione dei salti è lenta, la resistenza è limitata per l’intensità degli sforzi e gode il primato per la velocità.

Diffusione in Italia. — In Italia la razza puro sangue inglese si diffuse specialmente per opera di tre capostipiti che sono Andred, Hamlet e Melton.

Andred. È un bellissimo tipo a estensione di contrazione, che ha dato sette vincitori al Derby Reale. È un tipo specializzato per la corsa veloce, sebbene poco resistente in corse lunghe; ma i suoi figli sono poco stimati per la produzione dei cavalli di servizio.

Hamlet. È un tipo a estensione di contrazione, più piccolo, più robusto di Andred, che ha dato due vincitori al Derby Reale. Ha bensì un’andatura allungata che supera quella d’Andred per rapidità di movimenti, ma è più resistente ed è più adatto per la produzione di cavalli di servizio. Difatti i suoi prodotti sono ricercati dagli ufficiali, ed il barone Franchetti Raimondo cede quasi tutti gli anni, i migliori suoi puledri alla Scuola di Pinerolo.

Melton. È un tipo perfetto di cavallo a forte e rapida contrazione. Difatti egli sebbene più piccolo dei suoi competitori in classiche prove, li battè tutti per effetto della grande rapidità dei suoi movimenti e dello slancio potentissimo del treno posteriore.

Melton è un fortissimo corridore e nell’istesso tempo è un bellissimo cavallo da servizio, per cui adatto a produrre cavalli da corsa e cavalli da lavoro; ma disgraziatamente venne venduto ad un allevatore in Inghilterra, prima che avessero avuto il tempo di lasciare la sua impronta miglioratrice in Italia e venne sostituito da due puro-sangue di costo minore.

In Italia oltre ai suddetti tre capi-stipiti o stalloni di testa, [p. 525 modifica]a cu! si devono aggiungere gli ultimi due in sostituzione di Melton, esistono parecchi altri riproduttori che adempiono bene il loro ufficio sia nei depositi erariali, sia in razze private.

Non è nostra intenzione di parlare di tutti gli stalloni inglesi puro-sangue che funzionano in Italia, diremo solo che sono circa 120 che servono alla produzione dei cavalli da servizio e tutti con genealogia apprezzatissima.

Ritorneremo sull’argomento quando tratteremo della produzione equina in Italia. Ora diremo solamente che l’azione del puro-sangue, dapprima biasimata, comincia ad acquistare una giusta considerazione.

Nella prossima conferenza diremo dei tipi specializzati che ha saputo creare il puro sangue in Inghilterra, ed in America, dei tipi che ha creato l’orientale in Ungheria ed in Russia, non che delle razze più rinomate dell’Italia.