Saggio intorno ai sinonimi della lingua italiana/Uccidere - Ammazzare
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UCCIDERE - AMMAZZARE.
La differenza fra questi due verbi italiani fu in origine la stessa dei due verbi latini occidere e necare; con quest’ultimo intendevano essi ogni morte recata senza ferita, con quello la morte data da colpo, o percossa, traendo occidere da caedere[1]. Ma se questa bella distinzione non era strettamente osservata ai tempi della buona latinità, come appare dall’uso degli scrittori, essa doveva essere affatto dimenticata in que’ secoli di tenebre e d’ignoranza, ne’ quali si crearono gli elementi della lingua italiana. Quindi i nostri maggiori fecero un fascio dei significati de’ latini occidere e necare, e gli strinsero sotto il verbo uccidere, poi dalle pesanti mazze de’ vincitori, che pendevano sul loro capo fecero ammazzare; e non è questa la sola voce, che i nostri padri siano stati obbligati a fare a suon di percosse! Rimase adunque fra i due verbi italiani la differenza dal genere alla specie. Uccidere è privar della vita in qualunque modo, ammazzare era toglierla a colpi di mazza. Sembra che Giovan Villani abbia avuto in mira questa differenza quando scrisse: «A uno a uno li facea uccidere a uno valico di camera, ammazzandogli, non sentendo l’uno l’altro.» (Ist. fior. lib. 2). Ma più chiaramente se ne conferma l’origine dal seguente passo della Cronica di Bologna per l’anno 1261[2].
»Talamaso di Giacomino Capellini fece ammazzare suo padre......e però fu preso, e appiccato colla mazza al collo, colla quale avea fatto ammazzare il padre.»
Passato l’uso delle mazze, il verbo ammazzare perdè il suo particolare e proprio significato, e ne prese molti da uccidere, ma non per questo potè spogliar affatto l’ignobile sua origine, e diventar sinonimo dell’altro, dacchè uccidere è sempre generico, ammazzare non sempre; con quello si esprime ogni cagion di morte, anche per oppressione di troppo affetto, e con questo va sempre congiunta l’idea della percossa; e però sarebbe sconvenienza di stile il dire la troppa gioja l’ammazzò, bensì la troppa gioja l’uccise; come sarebbe improprio lo scrivere, che i pisani ammazzarono il conte Ugolino per fame. Un'altra differenza corre ancora tra i due verbi, ed è che uccidere, di nobile e sincera prosapia, s’adopera nello stile elevato, e nella poesia; ammazzare è per natura di stil comune, e basso, e poco si scosta da’ suoi funesti fratelli scannare, strozzare, strangolare. Tutti gli innamorati, che sanno il Metastasio a memoria, ripetono soavemente alle loro belle ritrose: il tuo rigor m’uccide; se alcuno di essi dicesse il tuo rigor mi ammazza, sarebbe frase da accomodarne il Goldoni.