Simpatie di Majano/I

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Cap. I

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II

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SIMPATIE DI MAJANO.


I.

Forse Lei ricorda ancora quel tal giorno io certo non l’ho dimenticato quel giorno stavo per pronunciare due parole che Lei indovinò ma non volle udire, poichè accostando il dito indice alle labbra mi comandò, con accento dolce e fermo: «Quelle parole non me le dica....»

Il suo dito indice, Contessa, è indimenticabile: ne ho veduto uno eguale a Giovanna d’Aragona dipinta da Raffaello.

E il suo gesto, ora che ci ripenso e lo rivedo colla memoria, fu egualmente attico: si sarebbe detto che Lei lo avesse studiato da qualcuno degli Arpocrati di [p. 6 modifica]scalpello greco che sono nei Musei di Roma: gli è che l’arte greca è natura aggraziata, e così in Lei tutto è naturalmente grazioso.

Da quel giorno ne sono passati tanti altri a sufficienza perchè mi sia possibile di evocare quei ricordi con serenità, senza pungente emozione.

Quanta ragione Ella ebbe di non lasciarmi pronunziare quelle due parole!

Se l’avessi pronunziate, è molto probabile che Ella mi avrebbe risposto con qualche gesto a significare siete matto: e forse queste quattro sillabe sarebbero uscite in forma sonora, spiccate, taglienti, dalla sua bella bocca, precedute e seguite da una risatina secca d’ironia, forse al più, attenuata dalla compassione. Un colpo di forbice avrebbe allora troncato il filo elettrico che unisce le nostre anime e io sentirei forse ancora il dolore della corrente rientrata.

Ma supponiamo pure che Ella non avesse avuto cuore di mettermi alla porta della [p. 7 modifica]sua grazia... supponiamo il terzo cielo, e il rapimento e l’estasi: supponiamo che io avessi la certezza di essere stato in paradiso in anima e in corpo, di aver toccato la felicità proprio col dito...

Anche in questo caso divino, Ella m’insegna che a quest’ora dalle nuvole saremmo ridiscesi in terra, che dopo l’apoteosi il sipario sarebbe calato, che l’ebbrezza sarebbe svanita. E ora la nostra bella amicizia, la nostra simpatia tanto ricca di conforti sarebbe nel numero degli affetti morti...

Guardi: ho qui sul tavolo un Don Giovanni che ha abitato la sua biblioteca: i passi segnati da Lei con una crocetta sono molti, moltissimi: sfido io! andrebbe sottolineato tutto il poema: non c'è anima femminile nè mascolina che non palpiti sotto il coltello di quella sarcastica, spietata psicologia. In pochi luoghi Ella ha messo al margine due crocette, che vorrebbe dire la medaglia d’oro al [p. 8 modifica]valor del pensiero. Ebbene: tutte le volte che il Byron in diverse forme esprime uno dei suoi concetti favoriti — l’amicizia non sopravvive all’amore — Ella ha applaudito di gran cuore colla doppia croce.

È chiaro: Lei ed io crediamo che il Byron abbia ragione: e poichè lo crediamo, ce ne possiamo risparmiare la dimostrazione....

Dunque, per tutte le ragioni che non ci diciamo e per la nostra comune convinzione è chiaro che, o per la via spiccia del siete matto! o per la via lunga e fiorita del terzo cielo, a quest’ora fra Lei e me ci sarebbe qualunque altra cosa fuorchè la buona amicizia e la cordiale espansione dell’animo. E quindi, dovessi subirne le più fiere condanne da tutte le Corti d’Amore del Medio-Evo riunite in seduta plenaria, io le devo e le professo la più sincera gratitudine per avermi impedito di pronunziare quelle tali due parole.

Veda, per esempio: ora che mi trovo [p. 9 modifica]qui in villa e che vi godo ogni giorno le più care sensazioni corporali e spirituali....

Sensazioni spirituali? — Mi par di vederla ad arricciare il naso e a far colle labbra un cenno di biasimo, poiché Ella, che è vera gentil donna, ha in orrore il sensismo e il sensualismo....

Non ne faccia caso: di rigore filosofico non mi picco: adopro le parole così alla buona, secondo mi sembrano adatte ad esprimere il mio pensiero....

Dunque, mi parrebbe di non gustare a pieno le sensazioni della campagna, e quelle speciali a questo luogo privilegiato di Majano, se non potessi parteciparle a Lei, se non potessi prenderne atto, rendermene ragione, discorrendone con Lei.

Perchè con Lei e non con altri? Questo mo' glielo dico anche se non lo vuol sentire. Con Lei perchè mi vuol bene, perchè mi capisce, perchè capisce quello che voglio dire anche quando non mi riesce di dirlo come vorrei: insomma perchè fra di [p. 10 modifica]noi dura sempre, grazie al cielo, quella tal corrente di simpatia....

E che cosa è simpatia? Ella ha il buon gusto di non piccarsi di greco, come io ho il buon senso di non piccarmi di filosofia: ma Ella sa benissimo che simpatia vuol dire sensazione condivisa.

Se le mie sensazioni di Majano non diventassero con Lei simpatie di Majano, sarebbero un godimento monco, monaco, solitario, eremitico....

E qui mi accorgo che il mio monologo è già lungo: e che ho bisogno di dialogo. Aspetto dunque una risposta: non me la faccia troppo aspettare, e mi dia la grazia di restare nelle sue grazie.