Software libero pensiero libero/Volume I/Parte prima/Librerie non libere

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Volume I
Parte prima
Librerie non libere

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Librerie non libere

Una libreria non libera che giri su sistemi operativi liberi funziona come una trappola per i creatori di programmi liberi. Le funzionalità attraenti della libreria fungono da esca; chi usa la libreria cade nella trappola, perché il programma che crea è inutile come parte di un sistema operativo libero (a rigore, il programma potrebbe esservi incluso, ma non funzionerebbe, visto che manca la libreria). Peggio ancora, se un programma che usa la libreria proprietaria diventa diffuso, può attirare altri ignari programmatori nella trappola.

Il problema si concretizzò per la prima volta con la libreria Motif1, negli anni ‘80. Sebbene non ci fossero ancora sistemi operativi liberi, i problemi che Motif avrebbe causato loro erano già chiari. Il progetto GNU reagì in due modi: interessandosi presso diversi progetti di software libero perché supportassero gli strumenti grafici X liberi in aggiunta a Motif, e cercando qualcuno che scrivesse un sostituto libero di Motif. Il lavoro richiese molti anni: solo nel 1997 LessTif, sviluppato dagli “Hungry Programmers”, divenne abbastanza potente da supportare la maggior parte delle applicazioni Motif. Tra il 1996 e il 1998 un’altra libreria non libera di strumenti grafici, chiamata Qt, veniva usata in una significativa raccolta di software libero: l’ambiente grafico KDE.

I sistemi liberi GNU/Linux non potevano usare KDE, perché non potevamo usare la libreria; tuttavia, alcuni distributori commerciali di sistemi GNU/Linux, non scrupolosi nell’attenersi solo ai programmi liberi, aggiunsero KDE ai lori sistemi, ottenendo così sistemi che offrivano più funzionalità, ma meno libertà. Il gruppo che sviluppava KDE incoraggiava esplicitamente altri programmatori a usare Qt, e milioni di nuovi “utenti Linux” non sospettavano minimamente che questo potesse costituire un problema. La situazione si faceva pericolosa.

La comunità del software libero affrontò il problema in due modi: GNOME e Harmony.

GNOME (GNU Network Object Model Environment, modello di ambiente per oggetti di rete) è il progetto GNU per l’ambiente grafico (desktop). Intrapreso nel 1997 da Miguel de Icaza e sviluppato con il supporto di Red Hat Software, GNOME si ripromise di fornire funzionalità grafiche simili a quelle di KDE, ma usando esclusivamente software libero. GNOME offre anche dei vantaggi tecnici, come il supporto per svariati linguaggi di programmazione, non solo il C++. Ma il suo scopo principale era la libertà: non richiedere l’uso di alcun programma che non fosse libero. Harmony è una libreria compatibile con Qt, progettata per rendere possibile l’uso del software KDE senza dover usare Qt.

Nel novembre 1998 gli autori di Qt annunciarono un cambiamento di licenza che, una volta operativo, avrebbe reso Qt software libero. Non c’è modo di esserne certi, ma credo che questo fu in parte dovuto alla decisa risposta della comunità al problema posto da Qt quando non era libero (la nuova licenza è scomoda e iniqua, per cui rimane comunque preferibile evitare l’uso di Qt)2.

Come risponderemo alla prossima allettante libreria non libera? Riuscirà la comunità in toto a comprendere l’importanza di evitare la trappola? Oppure molti di noi preferiranno la convenienza alla libertà, creando così ancora un grave problema? Il nostro futuro dipende dalla nostra filosofia.


Note

  1. Motif è un’interfaccia grafica e manager di finestre che gira su X Windows.
  2. Nel settembre 2000 Qt venne ri-ridistribuito sotto la GNU GPL, il che ha sostanzialmente risolto questo problema.