Sonetti burleschi e realistici dei primi due secoli (1920)/IV. Tenzoni politiche fiorentine/IV. Tenzone tra Ser Cione Baglioni e Monte Andrea
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3 — MONTE
Ma Carlo, col favor della Chiesa, è piú potente d’ogni competitore.
De la romana Chiesa il suo pastore,
con tutto il suo consiglio, consentio,
de lo re Carlo, esser difenditore
4di loro e chi loro dá censo e fio,
e de lo ’niperiato guardatore,
per che fue ed è spegnitoi’ d’ogne rio;
giá mai non ne pot’esser pinto fòre,
8s’a l’apostolico non piace o a Dio.
I’ ’l tegno ben si nobile segnore,
di farli incontro ognun ne sia ristio.
11Ché non si cela a chi li tien damaggio,
ma di presente lo ne fa pentére,
però che sovr’ogni segnore è maggio.
14Ma io non blasmo chi ha alto volere;
foll’è chi ’ntende in tale segnoraggio,
che ne perda lo suo propio podere.
IV
TENZONE TRA SER CIONE BAGLIONI
E MONTE ANDREA
I — SER CIONE
Spunta all’orizzonte un temibile rivale per Carlo.
Venut’è boce di lontan paese
di endo che segnore è tal chiamato,
con grande isforzo mettesi ad arnese
per la corona de lo ’mperiato.
5E, se la Chiesa lo suo braccio mese,
vuol la rasgione che da lei sia atato;
forse si converrá che lo franzese
lasci al tedesco, ond’è vacante stato.
Ma, s’acquistato il crede per rasgione,
10non Pavera di don la spada larga,
che gran difensa non faccia ’l spuntone.
Prima si converrá sangue si sparga;
amico, qual me’ faccia, non lo sòne:
ma a la fine l’un fia quello da Barga
2-3
Il prò e il contro della nuova candidatura alla corona imperiale.
e conquistarlo credono a rasgione.
Monte. Se venir vonno, amico, ha tal mesterò,
non faccian da la Chiesa partisgione.
Cione. Eo son ben certo che lo lor penzèro
e Povra tutta è ’n bona condizione.
Monte. Lo specchio ha bene ciaschedun stranèro
di non avere falso openione.
Cione. Or vuo’ ti dica, amico, tutto il vero?
Convien n effetto vegna la lezione.
Monte. P ne laudo Dio e messer san Péro,
che de la Chiesa ancor ci è lo campione.
Cione. Io non mi credo voglia esser guerrèro
di chi vuol la sua propia processione.
Monte. I’ ho veduto om comperare osterò,
e suo vicin l’ha morto a gran casgione.
Cione. Amico, or vuoli udir dritta sentenza?
Nessuno or faccia contro a la corona,
ché tosto n’averia gran penitenza.
convèn ben che sia la sua gran potenza,
se del tempo passato ben rasgiona.
Cione. La rota non è confuta, amico meo,
che pur convèn ch’ora sia novo stato;
però sia saggio chi va al batasteo!
Monte. Lo campione n’è bene apparecchiato,
si che fará parer lo stato reo:
chi si sia Col, con lui vegna a mercato.