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510 | INDICE |
sione sopra gli imperscrutabili consigli del Nume. — Tempj conservati. — Discorso degli ambasciadori imperiali a Cosroe. — Querele del re. — Conferenza intorno alla pace, e sua conchiusione | Pag. 182 |
Capo XI. | Cosroe visita la città di Seleucia e Dafne sobborgo. — Vendica la morte d’un suo guerriero ardendo il tempio di S. Michele. — Prende la via di Apamea, e gli abitatori, spaventati, hanno ricorso al patrocinio d'una reliquia della vera Croce. — Tommaso vescovo della città fattoglisi incontro lo accompagna entro le mura, e n'è mal corrisposto. — Il re interviene ai pubblici spettacoli, e si dichiara per la fazione dei prasini, geloso di Giustiniano favoreggiatore dei veneti. — Condanna a morte un soldato reo di stupro colla figliuola d'un cittadino |
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— XII. | Cosroe, domandato ai Calcidesi danaro, valica l'Eufrate. — Re Augaro di Edessa, intrinsichissimo di Augusto, ottiene con maraviglioso artifizio la permissione di tornare nel regno. — Scrive al figliuolo di Dio implorando salute. — Il quale ne accoglie i voti, ed assicuralo inoltre che Edessa trionferà ognora degli assalimenti nemici. — Giudizio di Procopio sulla verità di queste lettere. — Il Persiano istigato da tale grido assedia la città, quindi si parte |
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— XIII. | Ratificamento della pace inviato da Giustiniano a Cosroe. — Carità degli Edes- |