Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/214: differenze tra le versioni

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E d’Edòme per l’ampia contrada
E d’Edòme per l’ampia contrada
A’ tuoi servi segnasti la strada.
A’ tuoi servi segnasti la strada.
Spaventata die un balzo la terra
Spaventata diè un balzo la terra
Che ti vide discendere in guerra;
Che ti vide discendere in guerra;
Cieli e nubi si sciolsero in fonti;
Cieli e nubi si sciolsero in fonti;
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Ma nell’età di Sangaro,
Ma nell’età di Sangaro,
Ne’ giorni di laele
Ne’ giorni di Iaele
Le vie maestre tacquero
Le vie maestre tacquero
Deserte in Israele:
Deserte in Israele:
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Quarantamila in campo
Quarantamila in campo
Trasse Israel: ma nudi
Trasse Israel: ma nudi
D’aste venian, ne scampo
D’aste venian, scampo
Avean d’usberghi e scudi.</poem>
Avean d’usberghi e scudi.</poem>


<span class="SAL">214,3,Aubrey</span>
<span class="SAL">214,4,Gimilzor</span>

Versione delle 00:16, 16 dic 2011

200 il cantico di debora.

  O Signore, quel dì che alle spalle
Di Seìr ti lasciasti la valle,
  E d’Edòme per l’ampia contrada
A’ tuoi servi segnasti la strada.
  Spaventata diè un balzo la terra
Che ti vide discendere in guerra;
  Cieli e nubi si sciolsero in fonti;
Come cera si strussero i monti;
  Tocche al vampo dell’ira divina
Dileguaro le balze del Sina.


      Ma nell’età di Sangaro,
   Ne’ giorni di Iaele
   Le vie maestre tacquero
   Deserte in Israele:
   Tremando i passeggeri
   Battean torti sentieri,
   Finché terribil sorse
   Debora in guerra, e madre
   Impavida soccorse
   All’invilite squadre.

      Dio nove pugne elesse,
   Dio gli orgogliosi oppresse.
   Quarantamila in campo
   Trasse Israel: ma nudi
   D’aste venian, nè scampo
   Avean d’usberghi e scudi.

214,4,Gimilzor