Pagina:La secchia rapita.djvu/186: differenze tra le versioni

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Tremolavano i rai del sol nascente
Tremolavano i rai del sol nascente
{{R|90}}Sovra l’onde del mar purpuree e d’oro;
Sovra l’onde del mar purpuree e d’oro;
E in veste di zaffiro il ciel ridente,
E in veste di zaffiro il ciel ridente,
Specchiar parea le sue bellezze in loro.
{{R|92}}Specchiar parea le sue bellezze in loro.
D’Affrica i venti fieri e d’Oriente
D’Affrica i venti fieri e d’Orìente
Sovra il letto del mar prendean ristoro;
Sovra il letto del mar prendean ristoro;
{{R|95}}E co’ sospiri suoi soavi e lieti
E co’ sospiri suoi soavi e lieti
Sol Zeffiro increspava il lembo a Teti.
{{R|96}}Sol Zeffiro increspava il lembo a Teti.


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Al trapassar della beltà divina
Al trapassar della beltà divina
La fortuna d’Amor passa e s’asconde.
La fortuna d’Amor passa e s’asconde.
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{{R|100}}Baciando va l’inargentate sponde.
{{R|100}}Baciando va l’inargentate sponde.
Ardon d’amore i pesci; e la vicina
Ardon d’amore i pesci; e la vicina
Spiaggia languisce invidiando all’onde;
Spiaggia languisce invidìando all’onde.
E stanno gli Amoretti, ignudi, intenti
E stanno gli Amoretti, ignudi, intenti
Alla vela, al governo, ai remi, ai venti.
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{{R|105}}Quinci e quindi i delfini a schiere a schiere
Quinci e quindi i delfini a schiere a schiere
Fanno la scorta al bel legnetto adorno;
Fanno la scorta al bel legnetto adorno;
E le Ninfe del mar pronte e leggiere
E le Ninfe del mar pronte e leggiere
Corron danzando e festeggiando intorno.
{{R|108}}Corron danzando e festeggiando intorno.
Vede l’Umbrone ove sboccando ei pere,
Vede l’Umbrone, ove sboccando ei pere,
{{R|110}}E l’isola del Giglio a mezzogiorno;
E l’isola del Giglio a mezzogiorno;
E in dirupata e ruinosa sede
E in dirupata e ruinosa sede
Monteargentario in mezzo all’onde vede.
{{R|112}}Monteargentario in mezzo all’onde vede.


{{Centrato|l=20em|<small>XIV.</small>}}
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Quindi s’allarga in sulla destra mano,
Quindi s’allarga in sulla destra mano,
E lascia il porto d’Ercole a mancina.
E lascia il porto d’Ercole a mancina.
{{R|115}}Vede Civitavecchia, e di lontano
Vede Civitavecchia, e di lontano
Biancheggiar tutto il lido e la marina.
{{R|116}}Biancheggiar tutto il lido e la marina.
Giaceva allora il Porto di Traiano,
Giaceva allora il Porto di Traiano,
Lacero e guasto, in misera ruina.
Lacero e guasto, in misera ruina.
Strugge il tempo le torri, e i marmi solve
Strugge il tempo le torri, e i marmi solve
{{R|120}}E le machine eccelse in poca polve.</poem>{{SAL|186|3|Redqueen}}
{{R|120}}E le macchine eccelse in poca polve.</poem>

Versione delle 01:39, 6 mar 2012


DECIMO 173


XI.


Tremolavano i rai del sol nascente
     Sovra l’onde del mar purpuree e d’oro;
     E in veste di zaffiro il ciel ridente,
     92Specchiar parea le sue bellezze in loro.
     D’Affrica i venti fieri e d’Orìente
     Sovra il letto del mar prendean ristoro;
     E co’ sospiri suoi soavi e lieti
     96Sol Zeffiro increspava il lembo a Teti.

XII.


Al trapassar della beltà divina
     La fortuna d’Amor passa e s’asconde.
     L’ondeggiar della placida marina
     100Baciando va l’inargentate sponde.
     Ardon d’amore i pesci; e la vicina
     Spiaggia languisce invidìando all’onde.
     E stanno gli Amoretti, ignudi, intenti
     104Alla vela, al governo, ai remi, ai venti.

XIII.


Quinci e quindi i delfini a schiere a schiere
     Fanno la scorta al bel legnetto adorno;
     E le Ninfe del mar pronte e leggiere
     108Corron danzando e festeggiando intorno.
     Vede l’Umbrone, ove sboccando ei pere,
     E l’isola del Giglio a mezzogiorno;
     E in dirupata e ruinosa sede
     112Monteargentario in mezzo all’onde vede.

XIV.


Quindi s’allarga in sulla destra mano,
     E lascia il porto d’Ercole a mancina.
     Vede Civitavecchia, e di lontano
     116Biancheggiar tutto il lido e la marina.
     Giaceva allora il Porto di Traiano,
     Lacero e guasto, in misera ruina.
     Strugge il tempo le torri, e i marmi solve
     120E le macchine eccelse in poca polve.