La Mente: differenze tra le versioni

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Questo testo fa parte della raccolta Poesie inedite I (Pellico)
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Io non son quest’egre membra
     Di poc’alito captive;
     Io son alma che in Dio vive,
     12Io son libero pensier.
          Io son ente, che, securo
     Come l’aquila sul monte,
     Mira intorno, e l’ali ha pronte
     16Ogni loco a posseder.

Invisibile discendo
     Or a questi, or a quei lari;
     Bevo l’aura de’ miei cari,
     20Piango e rido in mezzo a lor.
          De’ lontani veggio i guardi,
     De’ lontani ascolto i detti:
     Mille gaudii d’altrui petti
     24Mi riverberan nel cor.

Essi pur, benchè da loro
     Lunge sia mio seno oppresso,
     San che li amo, san che spesso
     28A lor palpito vicin:
          San che sol la minor parte
     Di me preda è degli affanni;
     San che l’alma ha forti vanni,
     32Che il suo vol non ha confin.

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Lode eterna al Re de’ Cieli
     Che m’ha dato questa mente,
     Che lo immagina, che il sente,
     36Che parlargli e udirlo può!
          Morte, invan brandisci il ferro:
     Di che mai tremar degg’io?
     Sono spirto, e spirto è Dio;
     40Nel suo sen mi salverò.