Nuovi poemetti/La mietitura/La messe: differenze tra le versioni
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Versione delle 23:01, 14 set 2012
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In ogni campo alzarono due tonde
mete di spighe. Posero per prime
19quattro mannelle, le più grosse e bionde.
Posero il calcio in terra, alto le cime;
e poi, con le altre sopra quelle e intorno,
22fecero una gran cupola sublime.
Mietean tre giorni. Sul finir del giorno,
era finita. Placida la sera,
25erano i cuori placidi al ritorno.
“Il grano è bello, e, di verdugio ch’era,
secco sin troppo. Con quel sole, ha sete.
28Oggi la spiga ci parea leggiera„
diceva il babbo, e soggiungea: “Vedrete!
Il gran che il sole ora ha stremato e franto,
31poi si rifà la notte nelle mete,
e s’enfia e s’empie, e peserà più tanto„.
Nere le mete: solo qualche lampo
facean le paglie, come se un tesoro
35fosse disperso qua e là nel campo.
Diceano i grilli grazie mille in coro
a chi, tagliato, per lor agio, il grano,
38gittò poi l’arma... La falciola d’oro
brillava in cielo e ricadea lontano.