Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/3468: differenze tra le versioni
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Versione delle 09:54, 23 nov 2012
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La maggior cognizione adunque che si possa avere dell’uomo è quella di sapere perfettamente e ragionatamente che gli uomini non si possono mai ben conoscere, perché l’uomo è indefinitamente variabile negl’individui, e l’individuo stesso per se. E il piú certo segno di tal cognizione si è quello di non maravigliarsi mai un punto, e di esser bene e ragionatamente e veramente disposto a non maravigliarsi di qualunque strana e inaudita e nuova indole, carattere, qualità, facoltà, azione di qualunque individuo umano noto o ignoto ci possa venire agli orecchi o agli occhi, ci accada o possa accader d’intendere o di vedere, in bene o in male. Chi è veramente giunto a questa disposizione, e l’ha in se ben perfetta, radicata e costante, ed efficace, può dire di conoscer l’uomo il piú ch’è possibile all’uomo. E piú infatti non può se non Dio, come ben dice la Staël, perché Dio solo può conoscere e conosce tutti i possibili. Or gli uomini non si possono perfettamente conoscere chi non conosca poco men che tutti i possibili, dico, i possibili di questa natura e di questa terra (19 settembre 1823).