Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/489: differenze tra le versioni

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''Tempio di S. Giovanni evangelista in Efeso.
''Granai nell’isola di Tenedo.''</div>

{{xx-larger|A}}{{smaller|BBIAMO}} nell’antecedente libro esposti per quanto potemmo gli edifizii di Giustiniano Augusto in Europa. Ora dobbiamo passare alle parti dell’Asia omesse. Di sopra parmi, é vero, di avere fatta menzione delle fortificazioni di città e castelli, e d’altre cose ch’egli costruì nell’oriente dal confine persiano sino alla città di Palmira, posta nella Fenicia soggetta al Libano. Presentemente prendo a dire degli edifizii di lui nella rimanente Asia, e nell’Africa; delle città cinte di mura; delle provvidenze date per rimediare o a strade difficili e piene di pericoli, perché poste su precipizii di monti, o perché andanti sull’orlo di fiumi, da cui facilmente cadendo i passeggieri rimanevano sommersi; o a tante calamità, a cui erano le città esposte. Incomincio adunque.


Era presso la città di Efeso un luogo aspro per situazione, non di buon terreno capace di frutto, se con industria si fosse coltivato, ma dirupato affatto e sassoso. Ivi anticamente gl’indigeni aveano fabbricato un tempio ad onore dell’apostolo Giovanni, soprannominato il Teologo, per aver ragionato della divina natura
Era presso la città di Efeso un luogo aspro per situazione, non di buon terreno capace di frutto, se con industria si fosse coltivato, ma dirupato affatto e sassoso. Ivi anticamente gl’indigeni aveano fabbricato un tempio ad onore dell’apostolo Giovanni, soprannominato il Teologo, per aver ragionato della divina natura

Versione delle 19:33, 2 mar 2013


459
LIBRO QUINTO


CAPO PRIMO.

Tempio di S. Giovanni evangelista in Efeso.
Granai nell’isola di Tenedo.

Abbiamo nell’antecedente libro esposti per quanto potemmo gli edifizii di Giustiniano Augusto in Europa. Ora dobbiamo passare alle parti dell’Asia omesse. Di sopra parmi, è vero, di avere fatta menzione delle fortificazioni di città e castelli, e d’altre cose ch’egli costruì nell’oriente dal confine persiano sino alla città di Palmira, posta nella Fenicia soggetta al Libano. Presentemente prendo a dire degli edifizii di lui nella rimanente Asia, e nell’Africa; delle città cinte di mura; delle provvidenze date per rimediare o a strade difficili e piene di pericoli, perchè poste su precipizii di monti, o perchè andanti sull’orlo di fiumi, da cui facilmente cadendo i passeggieri rimanevano sommersi; o a tante calamità, a cui erano le città esposte. Incomincio adunque.

Era presso la città di Efeso un luogo aspro per situazione, non di buon terreno capace di frutto, se con industria si fosse coltivato, ma dirupato affatto e sassoso. Ivi anticamente gl’indigeni aveano fabbricato un tempio ad onore dell’apostolo Giovanni, soprannominato il Teologo, per aver ragionato della divina natura