Canti (Leopardi - Donati)/XXXVII: differenze tra le versioni
Nessun oggetto della modifica |
m Candalua ha spostato la pagina Canti (Leopardi - Donati)/Odi, Melisso a Canti (Leopardi - Donati)/XXXVII senza lasciare redirect |
(Nessuna differenza)
|
Versione delle 00:08, 19 mar 2013
Questo testo è stato riletto e controllato. |
Giacomo Leopardi - Canti (1831)
XXXVII
◄ | XXXVI. Scherzo | XXXVIII | ► |
Allor mirando in ciel, vidi rimaso
come un barlune, o un’orma, anzi una nicchia
ond’ella fosse svèlta; in cotal guisa,
20ch’io n’agghiacciava; e ancor non m’assicuro.
MELISSO
E ben hai che temer, ché agevol cosa
fôra cader la luna in sul tuo campo.
ALCETA
Chi sa? non veggiam noi spesso di state
cader le stelle?
MELISSO
Egli ci ha tante stelle,
25che picciol danno è cader l’una o l’altra
di loro, e mille rimaner. Ma sola
ha questa luna in ciel, che da nessuno
cader fu vista mai se non in sogno.