La Mente: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Barbaforcuta (discussione | contributi)
Porto il SAL a Edizioni Wikisource
CandalBot (discussione | contributi)
m Bot: rinomino 101% in 100%
Riga 8: Riga 8:
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="nome template"/>Intestazione<section end="nome template"/>
<section begin="data"/>22 ottobre 2012<section end="data"/>
<section begin="data"/>22 ottobre 2012<section end="data"/>
<section begin="avz"/>101%<section end="avz"/>
<section begin="avz"/>100%<section end="avz"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
<section begin="arg"/>Da definire<section end="arg"/>
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=101%|data=22 ottobre 2012|arg=Da definire}}{{Intestazione
</div></onlyinclude><!-- a qui -->{{Qualità|avz=100%|data=22 ottobre 2012|arg=Da definire}}{{Intestazione
| Nome e cognome dell'autore =Silvio Pellico
| Nome e cognome dell'autore =Silvio Pellico
| Titolo =La Mente
| Titolo =La Mente

Versione delle 22:21, 11 lug 2013

Silvio Pellico

1837 L Indice:Poesie inedite di Silvio Pellico I.djvu Poesie Letteratura La Mente Intestazione 22 ottobre 2012 100% Da definire

Questo testo fa parte della raccolta Poesie inedite (Pellico)


[p. 215 modifica]

LA MENTE.





Conjungere Deo et sustine.

(Eccli. 2. 3).



E che importa ovunque gema
     Questa salma sciagurata,
     S’altra possa Iddio m’ha data
     4Che null’uom può vincolar?
          Della creta dagl’inciampi
     Esce rapida la mente:
     Più d’un tempo è a lei presente,
     8Cielo abbraccia e terra, e mar.

[p. 216 modifica]

Io non son quest’egre membra
     Di poc’alito captive;
     Io son alma che in Dio vive,
     12Io son libero pensier.
          Io son ente, che, securo
     Come l’aquila sul monte,
     Mira intorno, e l’ali ha pronte
     16Ogni loco a posseder.

Invisibile discendo
     Or a questi, or a quei lari;
     Bevo l’aura de’ miei cari,
     20Piango e rido in mezzo a lor.
          De’ lontani veggio i guardi,
     De’ lontani ascolto i detti:
     Mille gaudii d’altrui petti
     24Mi riverberan nel cor.

Essi pur, benchè da loro
     Lunge sia mio seno oppresso,
     San che li amo, san che spesso
     28A lor palpito vicin:
          San che sol la minor parte
     Di me preda è degli affanni;
     San che l’alma ha forti vanni,
     32Che il suo vol non ha confin.

[p. 217 modifica]

Lode eterna al Re de’ Cieli
     Che m’ha dato questa mente,
     Che lo immagina, che il sente,
     36Che parlargli e udirlo può!
          Morte, invan brandisci il ferro:
     Di che mai tremar degg’io?
     Sono spirto, e spirto è Dio;
     40Nel suo sen mi salverò.