Postuma (1883)/XVII: differenze tra le versioni

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Postuma/XVII

Noi d’Epicuro i sacerdoti siamo,
Noi la face d’amor lieta rischiara,
Noi l’opulenta mensa abbiam per ara
E i cantici di Bacco al ciel leviamo.

Frine con noi sacerdotessa abbiamo
Che i misteri del Dio calda c’impara,
E di Pafo alla Dea libera e cara
I canti, i baci, i sacrifici diamo.

Noi non abbiam per rito altro che il riso,
E non sognamo il travaglioso acquisto
D’una noia infinita in Paradiso;

Ma l’uggia debelliam del secol tristo
In un femineo sen celando il viso,
Bevendo in fresco e bestemmiando Cristo.