Rime (Dante)/LXXIII - Chi udisse tossir la mal fatata: differenze tra le versioni
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Versione attuale delle 10:49, 25 lug 2013
Questo testo è completo. |
Dante Alighieri - Rime (XIII secolo)
LXXIII - Chi udisse tossir la mal fatata
◄ | LXXII - Un dì si venne a me Malinconia | LXXIV - L'altra notte mi venne una gran tosse | ► |
- Tenzone con Forese Donati
- 1. DANTE A FORESE
Chi udisse tossir la mal fatata
moglie di Bicci vocato Forese,
potrebbe dir ch’ell’ha forse vernata
4ove si fa ’l cristallo in quel paese.
Di mezzo agosto la truovi infreddata;
or sappi che de’ far d’ogni altro mese!
E non le val perché dorma calzata,
8merzé del copertoio c’ha cortonese.
La tosse, ’l freddo e l’altra mala voglia
no l’addovien per omor ch’abbia vecchi
11ma per difetto ch’ella sente al nido.
Piange la madre, c’ha più d’una doglia,
dicendo: "Lassa, che per fichi secchi
14messa l’avre’ ’n casa del conte Guido!".