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Versione delle 18:25, 14 set 2013

98 discorso storico

il giogo d’opinioni, le quali, più esaminato, più gli sono parse contrarie all’evidenza. Quindi lo spirito storico del dramma è in molti punti affatto opposto a quello che esce, per dir così, dalle più riputate storie moderne, e per conseguenza all’opinione del più de’ lettori. A quelli che desiderassero conoscere le ragioni di questi dissentimenti, sono consacrati gli altri capitoli.

Ma giustificare il concetto storico d’una tragedia, non è lo scopo unico e nemmeno il primario di questo discorso: chi scrive sente benissimo quanto sarebbe cosa vana e puerile lo spender tante parole per un tal fine.

Accennare alcuni soggetti importanti di ricerche filosofiche nella storia del medio evo; osservare che alcuni di questi soggetti non sono stati presi in considerazione finora 1; che su d’altri sono state proposte, e comunemente ricevute opinioni assolutamente non fondate; indicare insomma quanto importi questa storia, e quanto ancora ci manchi; ed eccitare così qualche amico del vero a farne uno studio serio, e a intraprenderne il lavoro con nuove e più certe mire, con gli aiuti più generali e più potenti che dà l’aumento attuale di tutte l’idee relative alla storia, e con un’utile e ragionata diffidenza, la quale non iscema per nulla il rispetto e la riconoscenza dovuta a chi ha fatto i primi passi; ecco lo scopo principale di questo discorso. Se questo scopo s’ottiene, la tragedia, qualunque sia per sè, sarà stata almeno un’occasione felice.

CAPITOLO PRIMO.

Schiarimenti d’alcuni fatti riferiti nelle notizie storiche.

§ 1.

Del matrimonio d’Adelchi e di Gisla.

Il solo documento, a mia notizia, che ci rimanga della proposta di queste nozze, è la lettera, con cui Stefano papa dissuade i due re Franchi, Carlo e Carlomanno, dall’imparentarsi con la casa di Desiderio. Della riuscita, nessun cronista ne parla; quindi alcuni hanno creduto che questo punto di storia rimanesse in dubbio. «Se poi (dice un moderno) abbia avuto effetto il matrimonio di Gisla con Adelchi, sebbene alcuni l’asseriscano,

  1. Questo discorso fu pubblicato, la prima volta, nel 1822. Preghiarno chi lo vorrà leggere di rammentarsene in tutti que’ luoghi dove ce ne sarà bisogno, come qui.