Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/485: differenze tra le versioni

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<section begin=1 /><!--{{ZbPagina|1973}}-->sufficiente formazione delle moderne europee); i nostri eleganti scrittori latini del cinquecento. ec. avrebbero potuto esser quasi moderni, se avessero scritto in greco, laddove scrivendo in latino si assicurarono di non poter esser lodati se non dagli antichi, e di servire ai passati <section end=1 /><section begin=2 />{{ZbPagina|1974}} in luogo de’ posteri, e di potersi piuttosto ricordare che sperare; e se la lingua che oggi si studia tuttavia da’ fanciulli, e quella che molti, massime in Italia, si ostinano a voler ancora adoperare in questa o quella occasione, fosse piuttosto la greca che la latina, essa servirebbe molto piú alla vita moderna, ''faciliterebbe molto piú il pensiero, e l’immaginazione'' ec. e sarebbe alquanto piú possibile il farne un qualche uso pratico ec (23 ottobre 1821). Vedi p. {{ZbLink|2007}}.
<section begin="1" /><!--{{ZbPagina|1973}}-->sufficiente formazione delle moderne europee); i nostri eleganti scrittori latini del cinquecento ec. avrebbero potuto esser quasi moderni, se avessero scritto in greco, laddove, scrivendo in latino, si assicurarono di non poter esser lodati se non dagli antichi e di servire ai passati <section end="1" /><section begin="2" />{{ZbPagina|1974}} in luogo de’ posteri e di potersi piuttosto ricordare che sperare; e se la lingua che oggi si studia tuttavia da’ fanciulli e quella che molti, massime in Italia, si ostinano a voler ancora adoperare in questa o quella occasione, fosse piuttosto la greca che la latina, essa servirebbe molto piú alla vita moderna, ''faciliterebbe molto piú il pensiero e l’immaginazione'' ec. e sarebbe alquanto piú possibile il farne un qualche uso pratico ec. (23 ottobre 1821). Vedi p. {{ZbLink|2007}}.




{{ZbPensiero|1974/1}}Se mancassero altre prove che il vero è tutto infelice, non basterebbe il vedere che gli uomini sensibili, di carattere e d’immaginazione profonda, incapaci di pigliar le cose per la superficie, ed avvezzi a ruminare sopra ogni accidente della vita loro, sono irresistibilmente e sempre strascinati verso la infelicità? Onde ad un giovane sensibile, per quanto le sue circostanze paiano prospere, si può senz’altro dubbio predire che sarà <section end=2 /><section begin=3 />{{ZbPagina|1975}} presto o tardi infelice, o indovinare ch’egli è tale (23 ottobre 1821).
{{ZbPensiero|1974/1}}Se mancassero altre prove che il vero è tutto infelice, non basterebbe il vedere che gli uomini sensibili, di carattere e d’immaginazione profonda, incapaci di pigliar le cose per la superficie ed avvezzi a ruminare sopra ogni accidente della vita loro, sono irresistibilmente e sempre strascinati verso la infelicità? Onde ad un giovane sensibile, per quanto le sue circostanze paiano prospere, si può senz’altro dubbio predire che sarà <section end="2" /><section begin="3" />{{ZbPagina|1975}} presto o tardi infelice o indovinare ch’egli è tale (23 ottobre 1821).




{{ZbPensiero|1975/1}} Un uomo di forte e viva immaginazione, avvezzo a pensare ed approfondare, in un punto di straordinario e passeggero vigore corporale, di entusiasmo, di disperazione, di vivissimo dolore o passione qualunque, ''di pianto'', insomma di quasi ubbriachezza, e furore, ec. scopre delle verità che molti secoli non bastano alla pura e fredda e geometrica ragione per iscoprire; e che annunziate da lui non sono ascoltate, ma considerate come sogni, perché lo spirito umano manca tuttavia delle condizioni necessarie per sentirle, e comprenderle come verità, e perch’esso non <section end=3 />
{{ZbPensiero|1975/1}} Un uomo di forte e viva immaginazione, avvezzo a pensare ed approfondare, in un punto di straordinario e passeggero vigore corporale, di entusiasmo, di disperazione, di vivissimo dolore o passione qualunque, ''di pianto'', insomma di quasi ubbriachezza e furore ec., scopre delle verità che molti secoli non bastano alla pura e fredda e geometrica ragione per iscoprire; e che annunziate da lui non sono ascoltate, ma considerate come sogni, perché lo spirito umano manca tuttavia delle condizioni necessarie per sentirle e comprenderle come verità e perch’esso non <section end="3" />

Versione delle 10:22, 16 apr 2014

(1973-1974-1975) pensieri 471

sufficiente formazione delle moderne europee); i nostri eleganti scrittori latini del cinquecento ec. avrebbero potuto esser quasi moderni, se avessero scritto in greco, laddove, scrivendo in latino, si assicurarono di non poter esser lodati se non dagli antichi e di servire ai passati  (1974) in luogo de’ posteri e di potersi piuttosto ricordare che sperare; e se la lingua che oggi si studia tuttavia da’ fanciulli e quella che molti, massime in Italia, si ostinano a voler ancora adoperare in questa o quella occasione, fosse piuttosto la greca che la latina, essa servirebbe molto piú alla vita moderna, faciliterebbe molto piú il pensiero e l’immaginazione ec. e sarebbe alquanto piú possibile il farne un qualche uso pratico ec. (23 ottobre 1821). Vedi p. 2007.


*   Se mancassero altre prove che il vero è tutto infelice, non basterebbe il vedere che gli uomini sensibili, di carattere e d’immaginazione profonda, incapaci di pigliar le cose per la superficie ed avvezzi a ruminare sopra ogni accidente della vita loro, sono irresistibilmente e sempre strascinati verso la infelicità? Onde ad un giovane sensibile, per quanto le sue circostanze paiano prospere, si può senz’altro dubbio predire che sarà  (1975) presto o tardi infelice o indovinare ch’egli è tale (23 ottobre 1821).


*    Un uomo di forte e viva immaginazione, avvezzo a pensare ed approfondare, in un punto di straordinario e passeggero vigore corporale, di entusiasmo, di disperazione, di vivissimo dolore o passione qualunque, di pianto, insomma di quasi ubbriachezza e furore ec., scopre delle verità che molti secoli non bastano alla pura e fredda e geometrica ragione per iscoprire; e che annunziate da lui non sono ascoltate, ma considerate come sogni, perché lo spirito umano manca tuttavia delle condizioni necessarie per sentirle e comprenderle come verità e perch’esso non