Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/214: differenze tra le versioni
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D’aste venian, nè scampo |
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Versione delle 12:12, 13 ago 2014
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200 | il cantico di debora. |
15O Signore, quel dì che alle spalle
Di Seìr ti lasciasti la valle,
E d’Edòme per l’ampia contrada
A’ tuoi servi segnasti la strada.
Spaventata diè un balzo la terra
20Che ti vide discendere in guerra;
Cieli e nubi si sciolsero in fonti;
Come cera si strussero i monti;
Tocche al vampo dell’ira divina
Dileguaro le balze del Sina.
25Ma nell’età di Sangaro,
Ne’ giorni di Iaele
Le vie maestre tacquero
Deserte in Israele:
Tremando i passeggeri
30Battean torti sentieri,
Finché terribil sorse
Debora in guerra, e madre
Impavida soccorse
All’invilite squadre.
35Dio nove pugne elesse,
Dio gli orgogliosi oppresse.
Quarantamila in campo
Trasse Israel: ma nudi
D’aste venian, nè scampo
40Avean d’usberghi e scudi.