Pagina:Il castello delle Mollere.djvu/52: differenze tra le versioni
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a Rampoldo, nè mai lo lasciava; gli metteva nell’anima continui sospetti e gli veniva sussurrando certe calunnie intorno al Criccoli, di modo che quel debolone, fatto credulo e fastidioso come il fistolo, non lasciava più un’ora di bene alla povera Rosetta, tanto la punzecchiava e la bistrattava in parole ed in fatti. Languì l’infelice per alcun tempo, poi a poco a poco uscì di cervello, ed un giorno scappata di casa, e salita sull’alta cima della rocca di Lepre, che sta a cavaliere della Coppa d’oro, raccomandato alla meglio l’anima a Dio, come {{AutoreCitato|Saffo|Saffo}} da Leucade si precipitò. |
a Rampoldo, nè mai lo lasciava; gli metteva nell’anima continui sospetti e gli veniva sussurrando certe calunnie intorno al Criccoli, di modo che quel debolone, fatto credulo e fastidioso come il fistolo, non lasciava più un’ora di bene alla povera Rosetta, tanto la punzecchiava e la bistrattava in parole ed in fatti. Languì l’infelice per alcun tempo, poi a poco a poco uscì di cervello, ed un giorno scappata di casa, e salita sull’alta cima della rocca di Lepre, che sta a cavaliere della Coppa d’oro, raccomandato alla meglio l’anima a Dio, come {{AutoreCitato|Saffo|Saffo}} da Leucade si precipitò. |
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Incrudelì contro la fredda salma ser Gavassonio, e volle che fosse sepolta nel luogo istesso ov’era |
Incrudelì contro la fredda salma ser Gavassonio, e volle che fosse sepolta nel luogo istesso ov’era |
Versione delle 21:26, 13 ago 2014
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a Rampoldo, nè mai lo lasciava; gli metteva nell’anima continui sospetti e gli veniva sussurrando certe calunnie intorno al Criccoli, di modo che quel debolone, fatto credulo e fastidioso come il fistolo, non lasciava più un’ora di bene alla povera Rosetta, tanto la punzecchiava e la bistrattava in parole ed in fatti. Languì l’infelice per alcun tempo, poi a poco a poco uscì di cervello, ed un giorno scappata di casa, e salita sull’alta cima della rocca di Lepre, che sta a cavaliere della Coppa d’oro, raccomandato alla meglio l’anima a Dio, come Saffo da Leucade si precipitò.
Incrudelì contro la fredda salma ser Gavassonio, e volle che fosse sepolta nel luogo istesso ov’era