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galantuomo sì, diceva pure, ma acuto. Ma, poco prima del tempo nel quale è circoscritta la nostra storia, era venuto fuori il libro che terminò la questione del primato, passando avanti anche all’opere di que’ due ''matadori'', diceva don Ferrante; il libro in cui si trovan racchiuse e come stillate tutte le malizie, per poterle conoscere, e tutte le virtù, per poterle praticare; quel libro piccino, ma tutto d’oro; in una parola, lo ''{{TestoAssente|Statista Regnante}}'' di don {{AutoreCitato|Valeriano Castiglione|Valeriano Castiglione}}, di quell’uomo celeberrimo, di cui si può dire, che i più gran letterati lo esaltavano a gara, e i più gran personaggi facevano a rubarselo; di quell’uomo, che il {{AutoreCitato|Papa Urbano VIII|papa Urbano VIII}} onorò, come è noto, di magnifiche lodi; che il cardinal Borghese e il vicerè di Napoli, {{w|Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga|don Pietro di Toledo}}, sollecitarono a descrivere, il primo i fatti di {{w|papa Paolo V|papa Paolo V}}, l’altro le guerre del re cattolico in Italia, l’uno e l’altro invano; di quell’uomo, che {{w|Luigi XIII di Francia|Luigi XIII, re di Francia}}, per suggerimento del {{w|Armand-Jean du Plessis de Richelieu|cardinal di Richelieu}}, nominò suo istoriografo; a cui il duca {{w|Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele di Savoia}} conferì la stessa carica; in lode di cui, per tralasciare altre gloriose testimonianze, la {{w|Cristina di Borbone-Francia|duchessa Cristina}}, figlia del cristianissimo {{w|Enrico IV di Francia|re Enrico IV}}, potè in un diploma, con molti altri titoli, annoverare “la certezza della fama ch’egli ottiene in Italia, di primo scrittore de’ nostri tempi.”
galantuomo sì, diceva pure, ma acuto. Ma, poco prima del tempo nel quale è circoscritta la nostra storia, era venuto fuori il libro che terminò la questione del primato, passando avanti anche all’opere di que’ due ''matadori'', diceva don Ferrante; il libro in cui si trovan racchiuse e come stillate tutte le malizie, per poterle conoscere, e tutte le virtù, per poterle praticare; quel libro piccino, ma tutto d’oro; in una parola, lo ''{{TestoAssente|Statista Regnante}}'' di don {{AutoreCitato|Valeriano Castiglione|Valeriano Castiglione}}, di quell’uomo celeberrimo, di cui si può dire, che i più gran letterati lo esaltavano a gara, e i più gran personaggi facevano a rubarselo; di quell’uomo, che il {{AutoreCitato|Papa Urbano VIII|papa Urbano VIII}} onorò, come è noto, di magnifiche lodi; che il cardinal Borghese e il vicerè di Napoli, {{w|Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga|don Pietro di Toledo}}, sollecitarono a descrivere, il primo i fatti di {{AutoreCitato|Papa Paolo V|papa Paolo V}}, l’altro le guerre del re cattolico in Italia, l’uno e l’altro invano; di quell’uomo, che {{w|Luigi XIII di Francia|Luigi XIII, re di Francia}}, per suggerimento del {{w|Armand-Jean du Plessis de Richelieu|cardinal di Richelieu}}, nominò suo istoriografo; a cui il duca {{w|Carlo Emanuele I di Savoia|Carlo Emanuele di Savoia}} conferì la stessa carica; in lode di cui, per tralasciare altre gloriose testimonianze, la {{w|Cristina di Borbone-Francia|duchessa Cristina}}, figlia del cristianissimo {{w|Enrico IV di Francia|re Enrico IV}}, potè in un diploma, con molti altri titoli, annoverare “la certezza della fama ch’egli ottiene in Italia, di primo scrittore de’ nostri tempi.”


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Versione delle 15:36, 31 ago 2014

524 I PROMESSI SPOSI

questa materia; due che, fino a un certo tempo, fu solito di chiamare i primi, senza mai potersi risolvere a qual de’ due convenisse unicamente quel grado: l’uno, il Principe e i Discorsi del celebre segretario fiorentino; mariolo sì, diceva don Ferrante, ma profondo: l’altro, la Ragion di Stato del non men celebre Giovanni Botero;



galantuomo sì, diceva pure, ma acuto. Ma, poco prima del tempo nel quale è circoscritta la nostra storia, era venuto fuori il libro che terminò la questione del primato, passando avanti anche all’opere di que’ due matadori, diceva don Ferrante; il libro in cui si trovan racchiuse e come stillate tutte le malizie, per poterle conoscere, e tutte le virtù, per poterle praticare; quel libro piccino, ma tutto d’oro; in una parola, lo Statista Regnante di don Valeriano Castiglione, di quell’uomo celeberrimo, di cui si può dire, che i più gran letterati lo esaltavano a gara, e i più gran personaggi facevano a rubarselo; di quell’uomo, che il papa Urbano VIII onorò, come è noto, di magnifiche lodi; che il cardinal Borghese e il vicerè di Napoli, don Pietro di Toledo, sollecitarono a descrivere, il primo i fatti di papa Paolo V, l’altro le guerre del re cattolico in Italia, l’uno e l’altro invano; di quell’uomo, che Luigi XIII, re di Francia, per suggerimento del cardinal di Richelieu, nominò suo istoriografo; a cui il duca Carlo Emanuele di Savoia conferì la stessa carica; in lode di cui, per tralasciare altre gloriose testimonianze, la duchessa Cristina, figlia del cristianissimo re Enrico IV, potè in un diploma, con molti altri titoli, annoverare “la certezza della fama ch’egli ottiene in Italia, di primo scrittore de’ nostri tempi.”