Postuma (1883)/XXI: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
(Nessuna differenza)

Versione delle 16:28, 25 gen 2006

Postuma/XXI

Non più lo scherno di Prometeo suona
Superbo in faccia al Dio che lo percuote;
Non più sfregia i codardi in sulle gote
Il verso che flagella e non perdona:

Non più, terror di regi, Eschilo tuona
Dalla libera scena e il ferro scuote;
Dormono l’ossa del tragedo ignote
Lungi dal verde pian di Maratona.

Ma Taide mima a sazïar la fame
Tenta le reni de’ moderni ciacchi
Levando il piede nella danza infame:

Ma noi giacciamo, nauseati e stracchi
Senza un affetto in cor, sul reo letame
Di questa sozza età. Noi siam vigliacchi.