Pagina:Storia delle arti del disegno.djvu/367: differenze tra le versioni

Da Wikisource.
fix
Nessun oggetto della modifica
Intestazione (non inclusa):Intestazione (non inclusa):
Riga 1: Riga 1:
{{RigaIntestazione||{{RigaIntestazione||{{Sc|p r e s s o   g l i   G r e c i , ec.}}|257}}|}}
{{RigaIntestazione||{{RigaIntestazione||{{Sc|p r e s s o   i   G r e c i , ec.}}|257}}|}}

Versione delle 11:56, 2 gen 2015



p r e s s o   i   G r e c i , ec. 257

fo e a Corinto v’avean pubbliche gare di pittura, alle quali deftinati erano i giudici ftabiliti al tempo di Fidia1. I primi a concorrervi furono Paneo, fratello, o come altri vogliono, figlio d’una forella di Fidia2, e Timagora di Calci, il quale riportò il premio. A tai giudici fi presentò Aezione colle fue nozze di Alessandro e Rossane; e ’l presidente di quel tribunale, il quale pronunziò la sentenza, per onorarlo gli diede la fua propria figlia in isposa3. Ed è qui da olTervarfi che que’ giudici non fi lafciavano già acciecare dalla celebrità del nome, a fegno di pofporre a quefi:a il vero merito e l’equità; imperocché a Samo, nel concorfo del quadro che rapprefentava il giudizio sulle armi d’Achille, Parrasio fu pofpofi:o a Timante.

§. 23. Non erano que’ giudici femplici amatori, ma conofcitori intelligenti, poiché ne’ bei tempi della Grecia la gioventù veniva istruita al tempo fiefìo nella filosofia e nelle arti. Platone imparava il disegno insieme alle più sublimi scienze4, e ciò faceasi, siccome osserva Aristotele5, affinché la gioventù si rendesse capace così di ben conoscere e ben giudicare il bello (Template:Greco .... ).

§. 24. Gli artisti per tanto lavoravano per immortalarsi, e tali ricevevano ricompense alle opere loro, che mettevanli in istato d’essere nell’esercizio dell’arte superiori ad ogni mira di guadagno, siccome sappiamo di Polignoto, il quale dipinse senza alcuna mercede il Pecile d’Atene6: e sembra che lo stesso abbia fatto riguardo ad un pubblico edifizio di Delfo, ove rappresentata avea la presa di Troja7;

Tom. I. K k per


    procedesse da’ giudici nel coronare i vincitori ne’ giuochi e ne’ combattimenti.

  1. Plin. lib. 35. cap. 9. sect. 35.
  2. Strab. lib. 8. pag. 543. princ.
  3. Lucian. Herod. cap. 5. §. 65. op. Tom. I. pag. 834.
  4. Diog. Laert. Plat. lib. 3. segm. 5. [ Apulejo De hab. doctr. Plat. cap. 4. op. Tom. iI. pag. 568.
  5. Arist. De Rep. lib. 8. c. 3. in fine, oper. Tom. iiI. pag. 604.
  6. Plut. in Cym. op. Tom. I. p. 4S1. A.
  7. Paus. lib. 10. cap. 25. pag. 819.